La verità sui cervelli in fuga nel libro di Giulia Pastorella presentato a Legnano

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LEGNANO – «Anziché dare la colpa ai cosiddetti “cervelli in fuga” bisogna comprendere e sanare le condizioni che ne causano la fuga e, soprattutto, che rendono l’Italia una meta non attrattiva per i talenti di altre nazionalità». Così scrive Federico Rampini nella prefazione al libro “Exit Only” (Laterza) di Giulia Pastorella (nella foto) che l’autrice presenterà giovedì 17 marzo, alle ore 21.00, alla libreria Nuova Terra di Legnano (via Giolitti 14) del compianto Peo Albini in dialogo con Luca Marchiori e Anna Zambon. Ingresso libero, con green pass e mascherina; si consiglia la prenotazione a info@nuovaterra.it o allo 0331 546343.

«Stop ai luoghi comuni, fenomeno da indagare»

Giulia Pastorella è nata a Milano, dove è cresciuta fino ai 17 anni, quando è partita per un’esperienza all’estero durata poi più del previsto. Dopo aver ottenuto una laurea a Oxford in Filosofia, un master a Sciences Po in Affari europei e un PhD alla London School of Economics, ha iniziato il suo percorso professionale nel mondo dei Public Affairs. Attualmente è responsabile delle relazioni istituzionali di Zoom a livello europeo, dopo aver lavorato 5 anni in HP. Nel 2016 Forbes l’ha selezionata fra i 30 under 30 più influenti nel mondo della policy in Europa. È co-fondatrice di CBLab, associazione no profit che fornisce supporto alle Amministrazioni locali italiane. “Exit Only” è il suo primo libro.

«Sono stufa – sbotta – del fatto che l’opinione pubblica e i politici considerino noi cervelli in fuga o privilegiati traditori o disgraziati vittime delle circostanze. Vorrei che questo libro facesse breccia nell’immaginario comune contribuendo a costruire una nuova narrazione». La storia della generazione perduta di talenti è davvero come la raccontano? L’Italia è colpita dal fenomeno quanto gli altri grandi Paesi europei, ma con alcune evidenze preoccupanti che rendono la situazione più drammatica, come l’accelerazione dell’emigrazione qualificata negli ultimi 10 anni e la scarsità di laureati prodotti dal nostro sistema educativo. Gli effetti negativi della fuga di cervelli sono particolarmente evidenti quando, come nel caso dell’Italia, tende a essere una fuga unidirezionale.

Il libro di Pastorella si propone di sfatare alcuni miti, indagare il fenomeno da una prospettiva internazionale più ampia e dare voce a chi è partito, grazie alle testimonianze raccolte dall’autrice. Un Paese o un governo che si voglia occupare di talenti deve pensare a come svilupparli e dar loro opportunità affinché restino, ma anche a come attirarli da altri luoghi.

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