L’arcivescovo Delpini inaugura il santuario restaurato a Legnano. A porte chiuse

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LEGNANO – L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha inaugurato a Legnano il restaurato Santuario di Santa Maria delle Grazie con una messa da lui concelebrata nel pomeriggio di oggi, venerdì 14 maggio. Erano presenti il prevosto di Legnano, mons. Angelo Cairati, i sacerdoti della Parrocchia di San Magno don Rosangelo Pargoletti e don Davide Toffaloni, e la responsabile della Caritas decanale, suor Maria Teresa Intranuovo. Diversamente da quanto accade nelle altre messe celebrate dall’arcivescovo sul territorio della sua diocesi, a Legnano il rito si è svolto a porte chiuse, con accesso solo per un numero ridotto di fedeli registrati in una lista (l’omelia e la foto sopra sono tratte dalla diretta on line della cerimonia, trasmessa sul sito della parrocchia).

«Da qui Maria ci dice: pregate, sperate, andate»

«La cura con cui sono stati fatti i restauri – ha esordito monsignor Delpini nell’omelia – dimostra la devozione di Legnano per Maria. Senza la preghiera – ha proseguito l’arcivescovo – la vita appare una vocazione a morire e a perdersi nel nulla, mentre la preghiera lascia allo Spirito Santo di Dio alimentare il desiderio della vita eterna. Maria ci dice: venite e pregate per tutte le persone che amate. Il cuore umano ha sete di infinito e noi tutti siamo finiti».

Delpini ha quindi indicato le «tre parole che questo santuario vuole dire alla città: venite, sperate, andate. La prima parola che Maria dice da questo santuario, vicino al cimitero e all’ingresso della città, è un invito a pregare. Poi: sperate, continuate a guardare avanti con fiducia perché l’esito di tutto non sarà il fallimento, ma la gloria. E la terza parola è: andate. Le porte del santuario sono aperte per entrare, ma sono aperte anche per uscire: è una missione».

Un luogo venerato da 4 secoli

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie è fra i luoghi di culto più cari ai fedeli legnanesi. Secondo la tradizione popolare, nel Seicento due bambini sordomuti, figli di un ricco proprietario di mulini della zona, trovarono riparo da un temporale sotto la tettoia di un’edicola sacra. Apparve loro la Madonna, che li invitò a chiedere al loro padre di costruire un portico, in modo che potessero ripararsi meglio. Una volta tornati a casa, i due bambini poterono parlare, e riportarono le parole della Vergine ai genitori: questi si prodigarono per realizzare la chiesa dove venerare l’effigie della Madonna delle Grazie.

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