Lavori sul ponte tra Cavaria e Oggiona: informazione nulla e troppi disagi

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provincia longhin legaLa politica si sa, anche quella buona, non sempre vuol dire buona amministrazione. La burocrazia quasi sempre impedisce, rallenta e blocca ogni cosa, anche quelle che per logica ci sembrano semplici e veloci. 
Chi ci perde è sempre il cittadino che da prevaricato cronico non può far altro che accettare o lamentarsi.  
Così ti puoi ritrovare, a sorpresa, la strada verso il luogo di lavoro, che al mattino hai trovato come sempre aperta, chiusa la sera mentre torni a casa. Un cartello, anonimo, ti informa che a “causa lavori ponte autostrada chiuso seguire deviazioni”. Non si sa chi lo ha messo quel cartello, quanto resterà chiuso e quanto lunga sarà la strada per tornare a casa. Unica certezza i 10 o 15 minuti in più di auto. Poca cosa direte voi, ma io invece mi domando CHI ha deciso i lavori? CHI li ha autorizzati? CHI ha deciso di optare per un senso unico e non un doppio senso? Nulla, dai cartelli non si comprende. Fatto certo che a pagare sia il cittadino, continuo a domandarmi il perché delle mancate informazioni e chiedo spiegazioni. Si scopre che i lavori sono in programma da mesi, che Autostrade per l’Italia, dopo il disastro del ponte Morandi, sta manutenendo i ponti. Che la strada è provinciale e che i cartelli li ha messi il Comune. Chi ha deciso il senso unico non mi è dato sapere. Insisto nel considerarlo un problema: uno perché è la strada che collega Oggiona con Santo Stefano e la parte alta di Cassano Magnago all’autostrada di Cavaria con Premezzo e alla stazione ferroviaria, due perché non ci sono vie alternative e chi arriva da Oggiona si trova, 350 metri prima, il cartello di cui sopra e l’imbarazzo del non sapere che strada seguire e tre, che il ponte resterà chiuso per 4 mesi (informazione carpita da un post su facebook di un amministratore del Comune).
Il problema non è se il disagio sia causato dalla Società Autostrade, dalla Provincia o dal Comune. Il vero problema è che questo paese è bloccato da una elefantiaca e pantagruelica burocrazia e la colpa, in fondo è nostra. Non perché votiamo male, questa è la scusa di quelli che a votare non vanno, ma perché non ci consideriamo, come dovremmo, parte del sistema. Siamo passivi di fronte ad ogni prevaricazione, panta rei, siamo vittime del “cosa ci posso fare”, “sono messi peggio di noi”, “è così da sempre”. Forse con un maggiore senso civico e partecipazione il ponte di Cavaria sarebbe stato chiuso lo stesso, ma probabilmente il ponte Morandi sarebbe ancora in piedi. Se avete voglia, durante i 10 minuti di tragitto in più che dovrete affrontare tutti i giorni per i prossimi 4 mesi, rifletteteci.

Giuseppe Longhin
(consigliere comunale di Cavaria con Premezzo)

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