Gallarate, i militanti leghisti “scortano” il sindaco in consiglio comunale

GALLARATE – Un mese fa, su quelle stesse poltrone, c’erano seduti gli attivisti dei centri sociali che scagliarono contro il sindaco di Gallarate,  Andrea Cassani, insulti e pesanti minacce. Questa sera, 30 gennaio, il blitz in consiglio comunale lo hanno fatto i militanti della Lega, il suo partito, per dimostrare il pieno sostegno di tutto il movimento all’azione politica nei confronti dei Sinti, sgomberati lo scorso novembre dall’ormai ex campo nomadi di via Lazzaretto.

Irruzione pacifica

Così come spiega il segretario di circoscrizione, Mario Cervini, si è trattata di un’invasione pacifica. Da Cardano ad Arsago, da Oggiona  a Cassano, circa cinquanta militanti si sono radunati davanti a Palazzo Broletto e poi sono saliti in sala consigliare, seguendo nell’area riservata al pubblico i lavori dell’aula, quasi come a voler proteggere il sindaco da nuove irruzioni che, questa sera, non si sono registrate. «Andrea non è solo».

Propaganda e like

Della vicenda Sinti ha parlato anche il Pd durante le comunicazioni iniziali della seduta.  «La propaganda fatta di like ha dei costi che ricadono sui cittadini gallaratesi», ha detto il capogruppo Giovanni Pignataro. «Una nota trasmissione televisiva diceva che in via Lazzaretto c’erano Jacuzzi e macchine lussuose, invece l’indigenza dei Sinti è evidente ed è dimostrata dall’assegnazione delle case popolari per le prime cinque famiglie. Chi ha creato ai Sinti questa emergenza, tale ora da lasciare altre famiglie bisognose in posizioni più basse della graduatoria? La risposta è la giunta Cassani».

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