Le otto proposte del Pd per accorciare le liste d’attesa negli ospedali

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VARESE – Cercare di fare una mammografia bilaterale con prescrizione di massimo 10 giorni all’Ospedale di Circolo? Ci vogliono più di sei mesi. E un’ecografia completa dell’addome urgente, da fare in 72 ore all’ospedale Del Ponte? Quattro mesi. Molto meglio a Tradate o al Circolo, ma servono comunque due settimane. Conviene rivolgersi ad Angera dove l’urgenza viene rispettata (tempi molto lunghi, invece, per prescrizioni da 10 giorni in su), almeno per questa prestazione, perché per una visita oculistica urgente ci vogliono addirittura tre mesi. Questi dati sono stati raccolti stamattina, venerdì 8 luglio, verificando i tempi di attesa di una manciata di prestazioni sul sito dell’Asst Sette Laghi, ma il problema dei tempi di attesa fuori controllo per la sanità pubblica lombarda è un fatto conclamato. È per questa ragione che il Partito Democratico della Lombardia ha deciso di delineare otto azioni per affrontare il tema della lunghezza delle liste di attesa e di lanciare una raccolta firme tra i cittadini, come hanno spiegato questa mattina in conferenza stampa il consigliere regionale, e capogruppo in commissione sanità del Pirellone, Samuele Astuti e il segretario provinciale del Pd di Varese Giovanni Corbo.

“Il problema delle liste di attesa per la sanità lombarda è enorme – spiega Astuti – soprattutto se confrontato con i tempi riservati a chi può pagarsi le prestazioni. Io stesso continuo a riceve segnalazioni, le ultime due riguardano un’ecografia alla vescica, con agenda addirittura chiusa in tutta la Asst e invito a riprovare a settembre, e una persona che attende da quattro anni di essere operata alla prostata. Con questi dati si deve constatare che in Lombardia la sanità non è più un servizio universalistico, accessibile a tutti, e questo è sia grave, da un punto di vista del principio, che molto rischioso per la salute di chi non può permettersi di spendere i soldi per visite ed esami. Noi abbiamo identificato alcune risposte al problema, come la realizzazione di 500 Case di comunità, capaci di alleviare gli ospedali anche da una parte della diagnostica, la realizzazione dell’agenda unica per le prenotazioni tanto nel pubblico quanto nel privato e la previsione che se un ospedale non riesce a rispettare i tempi richiesti dalle prescrizioni dei medici, al paziente vengano garantite le prestazioni come se fossero fatte a pagamento, ma a carico della sanità pubblica. Ci tengo a sottolineare che il problema delle liste di attesa non è responsabilità del personale sanitario, che ha lavorato e sta lavorando in condizioni difficili e già al limite delle proprie possibilità. È una questione di organizzazione, e spetta alla Regione.”

“Con questa raccolta firme – spiega Corbo – mettiamo in campo proposte molto concrete e ben ponderate, per affrontare un problema riconosciuto da tutti i cittadini. Sarebbe facile, ma ci teniamo a evitare ogni strumentalizzazione, quindi ci aspettiamo che il governatore Fontana e la giunta di centrodestra ci diano risposte altrettanto chiare e concrete. Organizzeremo anche in provincia di Varese, come in tutta la Lombardia, gazebo e banchetti nelle nostre feste e nelle comunità in cui ci sono i nostri circoli. Ciò che vogliamo è che la difficoltà di accesso alle prestazioni specialistiche del servizio sanitario regionale possa essere scardinata.”

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