Le proposte per il fine settimana a Milano

milano fine settimana
Mianiti e l’Orchestra Sinfonica aprono l’Anno Accademico del Conservatorio

Venerdì 25 novembre

Organista Agrimonti chiude concerti “Organon” in Santa Maria Segreta

Parmigiano, da settembre organista titolare e direttore artistico dell’organo J. Merklin della chiesa nazionale di San Luigi dei Francesi a Roma, Gabriele Agrimonti, 27 anni, residente a Parigi da quasi sette anni, è come si dice un enfant prodige. In Santa Maria Segreta chiude gli appuntamenti del ciclo “Organon” con “Viaggio in Italia. Fra letteratura e improvvisazione”. In locandina musiche di Bach (Concerto n. 2 in la minore da Vivaldi BWV 593), Respighi (Tre pezzi per organo), Marco Enrico Bossi (“Tre Momenti Francescani” op. 140: “Fervore“) cui si aggiungono le Improvvisazioni su temi proposti dal pubblico. Proprio al Conservatoire National Supérieur de Musique et Danse di Parigi si è potuto specializzare in improvvisazione organistica e nell’interpretazione del repertorio francese. Un’esperienza formativa che ne ha valorizzato le già notevoli qualità.

Mianiti e l’Orchestra Sinfonica aprono l’Anno Accademico del Conservatorio

“Quando ho diretto la Messa da Requiem di Verdi pensavo che dopo avrei potuto anche morire poiché era la più grande soddisfazione che potessi provare. In seguito ho avuto l’occasione di dirigere la Nona Sinfonia di Beethoven l’anno successivo e devo dire che è stato proprio come volare, avere le ali, questa è la più grande sensazione che ho avuto”: parola del direttore d’orchestra, classe 1959, Pietro Mianiti. Il musicista, in Sala Verdi del Conservatorio guiderà l’Orchestra sinfonica del Conservatorio di Milano nella solenne cerimonia dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2022/2023. Il cardine è l’esecuzione della lirica ed effusiva Sinfonia n. 2 di Brahms. Studioso anche di viola, composizione Mianiti dal 1999 al 2003 ha ricoperto il ruolo di direttore musicale dell’Associazione Prolirica del Perù.

Sabato 26 novembre

Due monologhi per ‘Il talismano della felicità’ al PimOff

Due monologhi al femminile in cui il cibo è protagonista di vicende spiazzanti e grottesche: nel primo, L’arrosto, una donna legata alla sedia instaura un dialogo dal sapore beckettiano con il suo aguzzino; nel secondo, l’Arcano, a parlare è l’assassina Leonarda Cianculli che conduce gli spettatori negli inquietanti meandri della sua macabra vicenda. Un viaggio immersivo e sensoriale, con cuffie wireless, che coinvolge udito, gusto, olfatto e vista. E’ “Il talismano della felicità”, in scena al PimOff. Un progetto di Martina Di Leva e Cecilia Lupoli, registe e attrici), del Collettivo LunAzione in collaborazione con il Torino Fringe Festival. Il pubblico, una sorta di invitato speciale, condivide con le cuoche-attrici palcoscenico e portate. Durante lo spettacolo vengono serviti alcuni assaggi preparati dalla compagnia. Doppio spettacolo alle 18.30 e 20.30 per massimo 20 spettatori. Prenotazione obbligatoria.

A DanceHauspiù “Sciara” e “Io non sono di questo mondo”

Serata molto particolare, con doppio programma, quella proposta a DanceHauspiù, in via Tertulliano, dal Festival Exister. L’inizio è un estratto da “Sciara” creato per la Compagnia Petranuradanza dai coreografi e registi Salvatore Romania e Laura Odierna. Interpretato da Salvatore Romania e Francesco Bax, il lavoro intreccia musica e danza in un continuum di immagini e informazioni. A seguire “Io non sono di questo mondo” ideato da Paola Lattanzi: un quadro surreale, un caos sublime, un luogo dove potersi smarrire e poi ritrovarsi, immergendosi in un flusso continuo di immagini ed informazioni, anche contrastanti tra di loro, visive e sonore, dove danza e musica sono trasporto, visione e percezione di qualcosa d’infinito. Un filo invisibile unisce l’uomo e la Terra, un flusso unico che nasce e cresce insieme, in cui il corpo è lo strumento che salda l’unione tra due poli.

Domenica 28 novembre

Contaminazioni musicali in “Four seasons in different seasons” al Manzoni

In “Four seasons in different seasons” le musiche di Vivaldi riscritte da Max Richter sono state l’ispirazione da cui sono scaturite quattro coreografie di diversi autori che hanno espresso le loro visioni sul tema principale, accomunate dal tema dell’emozione. Ogni stagione è firmata da un coreografo diverso e fa entrare lo spettatore in una dimensione particolare. Nello specifico La Primavera di Edi Blloshmi é neoclassica, l’Estate di Hektor Budlla così come l’Autunno di Beatrice Bodini e l’Inverno di Saul Daniele Ardillo sono contemporanee. Lo spettacolo è un messaggio di speranza che fa riflettere e tocca nel profondo. Un progetto di contaminazione in cui ambient ed elettronica si mescolano alle popolari melodie di Vivaldi e alla rilettura in chiave moderna delle “Quattro Stagioni“ del Prete Rosso.

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