Busto, la Lega cerca il dialogo ma stronca il secondo mandato di Antonelli

consiglio comunale di busto

BUSTO ARSIZIO – La Lega bustocca prende consapevolezza di avere un peso politico e un potere di decisione enorme sulle vicende di Palazzo Gilardoni, ma non lo dice. Come non dice che nel direttivo di ieri sera, lunedì 10 giugno, la questione del secondo mandato del sindaco (che Antonelli vorrebbe in cuor suo tentare) sia stata affrontata incassando tanti “no” e un unico “sì”. Una posizione isolata nella “sala macchine” del Carroccio cittadino. Sostenuta nel partito, dalla leghista considerata anche fuori Busto, la più vicina al primo cittadino bustocco. Nessuno svela il nome, ma gli indizi portano tutti al vicesindaco Isabella Tovaglieri. Bocche cucite anche su chi potrebbe salire in corsa sul treno di una giunta che al momento ha diversi posti liberi o che si potrebbero liberare. Dialogo. E’ l’imperativo che vien fuori dopo il direttivo.

Calma e gesso

Insomma la Lega discute, di tanti argomenti, anche di quelli sopra citati. Riflette sull’oggi e sul futuro della giunta Antonelli e della città. Dimostra freddezza e maturità. Calma e gesso. E per voce del segretario cittadino Francesco Speroni, spegne i fuochi e si dice conciliante. E altro non potrebbe fare, poiché la questione, oltre che confusa, è piuttosto delicata. «La transumanza dei consiglieri a oggi non ha ancora fatto emergere una situazione chiara e definita. Ora inizia una fase di dialogo che non saprei dire quanto potrà durare. Del secondo mandato di Antonelli è stato fatto un accenno. Ma siccome il sindaco in campagna elettorale ha ufficialmente detto di voler fare un solo mandato e in ogni caso la questione non è certo una urgenza visto che la scadenza è tra due anni, direi che parlarne è prematuro». Insomma l’Antonelli bis non è al momento sul tappeto.

Vero. In parte. Anche perché, «tutta la maggioranza sta con il sindaco», dicono all’unisono i consiglieri transumanti. «Ma nessun gruppo consigliare è il gruppo del sindaco», aggiunge qualcuno. Lasciando intuire che la giungla politica in sala esagonale è ben lontana dall’essere diradata. E che da qui in avanti si procederà senza la certezza di essere intruppati. Insomma a vista.

Il Gattopardo in sala esagonale

E’ stato annunciato come il gruppone dei cani sciolti. Ovvero di tutti quei consiglieri che a oggi sono rimasti senza bandiera o che vogliono cambiare bandiera (a seconda dei casi). Ci hanno provato in tanti a mettere insieme una truppa che andasse da Cornacchia a Paolo Efrem e comprendesse anche chi è rimasto nella Lista Antonelli. Forse in troppi ci hanno messo la testa e le mani. E l’eccessivo protagonismo di qualcuno l’ha diventare prima un guazzabuglio e poi un castello di sabbia. Crollato. Se non tutto in gran parte. Sta di fatto che la “grande coalizione” giorno dopo giorno si è sbriciolata. Così che in consiglio ci saranno tanti gruppetti. Quello misto dove accanto al battitore libero Diego Cornacchia ci saranno Maria Angela Buttiglieri di Fratelli d’Italia e Alberto Armiraglio che piazza la bandiera di Lombardia Ideale; quello della lista Antonelli, che cambierà nel nome, ma non nella sostanza. Forse nei numeri: oltre a Paolo Genoni, che non si è mai spostato, a Donatella Fraschini, che non ha mai fatto il passo decisivo verso Marsico o Lombardia ideale che sia, ci sarà Roberto Ghidotti. Cavallo di ritorno dopo una parentesi in Forza Italia e, si dice, dopo che il primo cittadino in persona l’abbia convinto a riposizionarsi di nuovo. E infine ci sarà il solitario, ma spesso decisivo a salvare la maggioranza, Paolo Efrem di Busto grande. Insomma più grande confusione che grossa coalizione.

Scacco a Forza Italia

Il dato è che le svariate anime politiche, hanno dato vita al gioco di sfilarsi i consiglieri l’una con l’altra. Senza riuscirci e con un risultato solo: spolpare ancor di più Forza Italia. Partito che fino a poco più di un mese fa era l’azionista più influente sul sindaco. Ovvero di quell’Emanuele Antonelli che, richiamando a sé il consigliere Ghidotti (e si dice pure il fidato Orazio Tallarida), non ha fatto che svuotare la fila degli azzurri. Che ora rischiano di rimanere con un solo consigliere se anche l’ultima voce impazzita, che vuole anche l’addio di Livio Pinciroli, venisse confermata da un atto concreto. Spesso annunciato dal consigliere prima leghista e poi forzista, ma fino a ora mai realizzato.

L’assessore con la data di scadenza

E se la transumanza venisse compiuta in ogni dettaglio, per forza di cose anche il peso politico per andare a comporre la giunta cambierebbe. Certamente a vantaggio di una Lega, sempre più decisiva a dettare ritmo e tempi. E altrettanto certamente per Forza Italia, che a quel punto, essendo ridotta ai minimi termini, non potrà difendere la doppia posizione in giunta. Al momento l’uomo azzurro da sacrificare politicamente sembrerebbe essere Alessandro Chiesa.

Quando e come

Senza fretta. Pare sia questa l’indicazione emersa dal direttivo che ieri sera, lunedì 11 giugno, si è tenuto nella sede della Lega. Il rimpasto è l’unica certezza. E potrebbe essere ad ampio raggio: ovvero un giro di assessori più generale. Non limitato alla sostituzione della dimissionaria Arabini e del vicesindaco europarlamentare Tovaglieri e che dovrebbe coinvolgere anche il cosmo Agesp. Ma come e quando tutto il cinema andrà in onda è presto per dirlo. Lo conferma anche il segretario cittadino del Carroccio Francesco Speroni: «Ci vorrà del tempo e il rimpasto non è cosa immediata e tanto meno semplice. Certo è che la Lega, sulla base delle ultime elezioni, ha ora maggior peso. Però in consiglio 5 consiglieri avevamo e cinque abbiamo. Insomma dobbiamo prima parlare. Con i partiti di maggioranza e poi con il sindaco». Speroni frena anche sull’eventuale nomina di un assessore scelto da Antonelli: «Così come stanno le cose posso dire che ne ha già troppi. Siamo partiti da una situazione sbilanciata, poiché la lista Antonelli aveva tre consiglieri, due assessori e anche il sindaco. Direi troppo, ma vediamo come si sviluppa il dialogo tra le forze politiche».

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