Legionella, «andamento anomalo» a Busto. Ma in tutta l’ATS 100 casi all’anno

Il grafico di ATS Insubria con la distribuzione del domicilio dei casi (in blu) e delle torri di raffreddamento (in rosso) registrate nel catasto

BUSTO ARSIZIO – Legionella, i casi non sono così rari sul territorio, ma per ATS Insubria il fenomeno che ha toccato Busto Arsizio è «anomalo per il numero di casi concentrati in un breve lasso temporale». Allo stato attuale, però, le indagini effettuate non hanno individuato correlazioni tra i casi, né frequentazioni comuni in città. Non si conosce dunque ancora da dove potrebbe aver avuto origine il batterio che ha infettato 16 persone, di cui una deceduta e solo 6 ancora ricoverate in ospedale, in discrete condizioni. «Non ci sono altre avvisaglie» rivela il sindaco Emanuele Antonelli, che nella riunione di giunta di oggi, 7 settembre, ha portato la relazione di ATS Insubria sulla legionella.

Le indagini di ATS

Nel documento dell’agenzia sanitaria, si scopre che i 16 casi di legionellosi a Busto Arsizio (di cui uno deceduto il 2 settembre) sono emersi «tra il 17 e il 31 agosto». E che «dalle inchieste epidemiologiche» avviate in seguito, «non sono state ad oggi individuate specifiche correlazioni tra i casi, l’andamento epidemiologico evidenziatosi risulta anomalo per il numero di casi osservati concentrati in un breve lasso temporale. Inoltre tutti i casi risultano a carico di soggetti abitanti in un’area della città compresa tra zona tribunale, ospedale e cimitero». I casi si riferiscono in gran parte a «persone anziane con rari spostamenti dal domicilio»: solo due erano in ferie (rispettivamente, al mare e alle terme) prima di avere i sintomi, mentre nessun caso era stato ricoverato o sottoposto a cure odontoiatriche. Non risultano nemmeno «frequentazioni di luoghi comuni in città».

I precedenti

Nella relazione, ATS Insubria riporta anche il raffronto con i casi di legionella degli ultimi anni. Non così rari come sembrerebbe. Nel corso del 2020, ad esempio, solo a Busto Arsizio si sono verificati altri tre casi di legionellosi al di fuori del mese di agosto, mentre nel 2018 si erano registrati durante l’anno 12 casi. «E nessuno mi ha chiamato per avvisarmi» avrebbe detto in giunta il sindaco Antonelli, come per ribattere alle critiche rivolte all’amministrazione sulla mancata comunicazione. La relazione rivela anche che in tutto il territorio di ATS Insubria (che comprende la provincia di Varese e gran parte della provincia di Como) sono stati 100 i casi nel 2020, sostanzialmente in linea con i 113 del 2018 e i 131 del 2019. Episodi che, in quanto più “dispersi”, evidentemente non hanno fatto notizia.

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