Legnano, le opposizioni: ripristinata la legalità, ora al voto più presto possibile

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LEGNANO – Fine dei giochi. Gli arresti di oggi, giovedì 16 maggio, nella giunta di Legnano con le gravi accuse di corruzione elettorale e turbativa d’asta segnano l’epilogo della crisi esplosa due mesi fa nel centrodestra con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri e aprono, stavolta senza appello, la strada al commissariamento del Comune. La città addobbata a festa per il Palio imminente sprofonda nell’incertezza politica. E mentre qualcuno si chiede chi vestirà i panni del Supremo Magistrato, a Palazzo Malinverni era trasparente la delusione sul volto degli assessori Daniela Laffusa, Letterio Munafò e Gianluca Alpoggio. In mattinata, le opposizioni raccolte nel comitato Legalità a Legnano hanno improvvisato un mini-presidio davanti al municipio. «Chiediamo un sussulto di dignità – si legge in un telegrafico comunicato del comitato –. I consiglieri comunali rimasti in carica si dimettano tutti immediatamente».

Pd: «Nessuna sorpresa, chiusa vicenda imbarazzante»

L’eco delle incresciose vicende legnanesi è stata di portata nazionale, arrivando fino ai piani più alti della politica. Il Pd, che a Legnano rappresenta la maggiore forza di opposizione, parla di «duro colpo per le istituzioni locali» ma non di sorpresa. «Avevamo da tempo chiesto – dichiarano il segretario regionale Vinicio Peluffo e il capogruppo in Regione Fabio Pizzul – l’azzeramento dell’amministrazione a guida leghista e denunciato che i cittadini di Legnano non si meritavano di essere amministrati in modo così spregiudicato. C’è voluta la magistratura per porre fine a una storia che sta mettendo in imbarazzo l’intera città. Traiamo conforto dal fatto che Legnano tornerà al voto. E noi speriamo al più presto. Tocca a noi presentare una proposta forte e credibile».

Il dimissionario Guarnieri: «Sviluppi drammatici e sconvolgenti»

«È un momento drammatico – commenta a caldo l’ex presidente del Consiglio comunale Antonio Guarnieri (nella foto in alto), uno dei consiglieri di maggioranza dimissionari –. Sono rimasto sconvolto dalla notizia, non sorpreso, perché abbiamo intrapreso una battaglia politica finalizzata a ripristinare la legalità a Legnano e motivata dalla presunzione che ci fossero tante cose poco chiare nell’Amministrazione, anche se i capi d’imputazione contestati non rientrano fra gli argomenti della nostra battaglia. Sarebbe stato molto meglio – prosegue Guarnieri – se il sindaco avesse preso atto di non avere più la maggioranza politica e di non essere più legittimato. Le prospettive politiche? Posso solo augurarmi un’amministrazione molto diversa da questa. Per quanto mi riguarda progetti non ce ne sono, non ci sto pensando. Vedo tante persone smarrite – conclude l’ex consigliere della Lega, poi espulso – ma il commissariamento non è una vergogna per la città: è un semplice momento di passaggio, la città va avanti».

Brumana: «Nuovo 25 Aprile che ci libera da cupola di potere»

A pochi metri da Guarnieri, l’ex consigliere del Movimento per Legnano Daniele Berti brandisce un tricolore. «È un altro 25 Aprile – osserva l’avvocato Franco Brumana, che coadiuva il comitato sul piano legale –, una nuova liberazione della città da una cupola di potere molto pesante. Aspettiamo che la magistratura faccia il suo lavoro; comunque la città stava vivendo una serie di fatti incredibili, che erano il segnale di un potere opprimente». Fra questi fatti, Brumana cita «la grande operazione sull’illuminazione pubblica, da affidare all’AMGA per 6 milioni di euro; il ricorso al difensore civico regionale per ridare il numero legale al Consiglio comunale; la nomina di un assessore con una causa in corso per un danno arrecato ad AMGA di 22 milioni». Brumana parla quindi di un «clima soffocante, fatto di minacce e sospetti», in cui emerge «il delirio di onnipotenza di qualcuno che aveva perso ogni controllo e faceva tutto alla luce del sole, con un’arroganza mai vista».

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