Lo scaricatore seriale colpisce ancora: denunciato dalla Polizia locale di Magnago

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MAGNAGO – L’hanno beccato ancora, venerdì scorso, 30 aprile, a Magnago. È l’incubo delle aree verdi di una vasta zona che va da Busto Arsizio fino a Magenta: uno scaricatore abituale di rifiuti, anche ingombranti, che ha fatto di questa attività illegale e dannosa la propria professione. L’uomo, italiano, si fa pagare come “svuotacantine” o per il ritiro di macerie: promette di smaltire qualunque tipo di oggetto da buttare via, dai mobili vecchi agli scarti edili come piastrelle e sanitari dismessi. Solo che, anziché portare questi materiali in discarica, li getta dove càpita, sfruttando le tante macchie verdi sparse ai bordi dei comuni nell’Altomilanese. Il tutto dietro pagamento, quasi sempre in nero.

Dalla Polizia locale di Dairago alla Forestale di Magenta, passando per Busto e Cuggiono, sulle sue tracce si sono messi in molti, che sono riusciti a risalire alla sua identità tramite fototrappole opportunamente collocate, ma anche attraverso indagini partite proprio dal materiale scaricato abusivamente. A quanto pare, infatti, l’uomo non si preoccupa di nascondere le tracce, al punto che nei cassetti di alcuni mobili da lui lasciati tra campi e boschi c’erano ancora documenti come cartoline, lettere, quaderni di scuola e perfino buste paga: è così che gli agenti sono risaliti ai clienti che, dietro un compenso intorno ai 100 euro, trovano il modo facile di disfarsi di oggetti ingombranti e ormai inutili.

Una lunga serie di reati contro l’ambiente

Ora, però, per lo zozzone di professione è scattata una denuncia penale alla Procura di Busto Arsizio. A depositarla, la Polizia locale di Magnago, che vi ha allegato i numerosi verbali elevati nei suoi confronti dal febbraio dell’anno scorso a oggi: l’ultimo, come accennato, elevato venerdì, dopo che l’uomo è stato incastrato con elementi che la responsabile della PL, Paola Portaluppi, definisce «inequivocabili», come fotografie che l’hanno colto in piena flagranza di reato.

«Di fronte a prove così schiaccianti – racconta Portaluppi – l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità. A suo carico ci sono altre denunce, sempre per gli stessi reati concernenti lo scarico abusivo di rifiuti e l’inquinamento ambientale». Lo scaricatore seriale dell’Altomilanese è titolare di una impresa individuale che, in base alle visure camerali, non prevede lo smaltimento di rifiuti; per svolgere al meglio la propria attività abusiva, si serve di un camioncino ed emette fattura solo occasionalmente.

Portaluppi: «Anche i clienti hanno le loro colpe»

«A complicare le cose sul piano giudiziario – precisa Portaluppi – concorre il fatto che non ha una residenza, dal momento che è stato cancellato dall’anagrafe dell’ultimo comune in cui risulta aver abitato. Per l’elezione di un domicilio al fine della nomina di un avvocato difensore, come prevede la legge, abbiamo dovuto coinvolgere i colleghi della provincia di Varese. Oltre ai tanti episodi che gli vengono contestati con prove, abbiamo il sospetto che sia l’autore di numerosi altri per i quali, però, non è stato possibile accertare la sua responsabilità attraverso la testimonianza dei suoi clienti: quando vengono scaricate per esempio delle macerie, non è possibile risalire ai proprietari. Ma siamo convinti che la grande maggioranza degli scarichi abusivi nella nostra zona sia opera sua».

Paola Portaluppi se la prende anche con chi si rivolge con tanta leggerezza a un simile “professionista”. «Certo, le colpe sono anche dei cittadini che sanno benissimo che chi si presenta a ritirare i rifiuti ingombranti deve mostrare una certificazione. Ma preferiscono sorvolare in cambio del “servizio” a basso prezzo». Altissimo, semmai, è il prezzo per il decoro e per l’ambiente.

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