Lo skatepark di Busto, dopo la crisi Covid perde anche la sede. Ora servono fondi

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BUSTO ARSIZIO – Il 2020 è stata un’annata tutt’altro che buona per l’associazione di skaters Mini dell’orto, che, oltre ad aver visto andare in fumo gran parte delle sue entrate economiche a causa dei corsi annullati, ha dovuto lasciare la sua sede: un capannone in zona frati di Busto Arsizio che aveva in comodato d’uso gratuito. «Una serie di sfortunati eventi», dice il presidente Ettore Grandi, che adesso ha lanciato una raccolta fondi per trovare gli ultimi 7 mila euro necessari per trasferirsi nella nuova sede.

Addio alla sede operativa

Dicono che la fortuna sia cieca, ma che la sfortuna ci veda bene. Ed effettivamente, per l’associazione sportiva dilettantistica Mini dell’orto, gli ultimi mesi non sono stati per nulla rosei. «La nostra sede operativa è un capannone che ci è stato dato in comodato d’uso gratuito. Ne siamo infinitamente grati, perché abbiamo potuto rimanere lì senza pagare l’affitto». Però lo spazio è sempre stato in vendita, da anni. E proprio durante il lockdown i proprietari hanno ricevuto un’offerta e lo hanno dovuto dare via.

Una serie di sfortunati eventi

«Un tempismo davvero terribile – racconta il presidente Grandi – perché noi, che già ci trovavamo in difficoltà economica non abbiamo potuto fare altro che cercare un’altra sistemazione». Con il blocco delle attività dovuto alla pandemia, infatti, la Mini dell’orto ha dovuto mettere in standby tutti i corsi proposti da febbraio a giugno 2020. «E non parliamo solo di skateboard, ma anche di pattinaggio aggresive, monopattini e arrampicata sportiva. Insomma avevamo più di mille iscritti e quindi il lockdown è stato davvero difficile economicamente parlando».

Serve un aiuto economico

Difficoltà ulteriormente acuite dal dover fare i bagagli e trasferirsi in un altro immobile. «Per fortuna abbiamo trovato un capannone sempre in zona centrale di Busto e siamo anche in trattativa con il Comune per una convenzione sugli oneri, ma l’affitto da pagare c’è, così come le spese di trasporto e la manutenzione», spiega Grandi. Che ha quindi lanciato, insieme agli altri quattro colleghi del consiglio direttivo, una raccolta fondi.

«Il nostro obiettivo è arrivare a 7 mila euro, così da coprire almeno i primi mesi, che saranno certamente senza profitti per noi. Non vogliamo piangerci addosso, perché sappiamo che la crisi sanitaria ha distrutto le vite di molte persone, ma chiediamo comunque a chi vuole e può di darci una mano», conclude il presidente.

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