Lo sport dei palazzetti in rivolta contro gli accessi limitati

Campionato LBA Green Pass
Umberto Gandini, presidente di Lega Basket serie A

MILANO – Gli sport professionistici sono in rivolta contro gli accessi limitati agli impianti sportivi. Soprattutto ai palazzetti, “costretti” dal Governo a una capienza non superiore al 25%. Con una provocazione. E allora a cosa serve il green pass? Questa l’amara considerazione del presidente della Lega Basket serie A Umberto Gandini (in parallelo al collega della pallavolo), riflessioni raccolte in un’intervista di Vincenzo Di Schiavi sulla Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina e riportato sul sito di LBA. Dal 6 agosto “green pass” obbligatorio e tetto massimo fissato al 25% della capienza negli impianti al chiuso in zona bianca, sempre il 25% della capienza ma comunque non in numero superiore a mille spettatori in zona gialla. E con la prospettiva drammatica di vedere gli introiti da botteghino ridotti ai minimi termini, generando un danno economico, per i club di basket, non più sostenibile. Come testimoniato dai campioni d’Italia della Virtus Segafredo Bologna.

Luca Baraldi (ad Virtus Segafredo Bologna) su Il Resto del Carlino

Saremo molto chiari: se la quota resterà fissa al 25%, non ha senso iniziare il campionato. Veniamo dai playoff, nei quali né l’impianto di Milano né quello di Bologna si sono trasformati in focolai e questo grazie alle precauzioni. Ora, grazie alla campagna vaccinale, la situazione dovrebbe migliorare, quindi non si capisce perché gli impianti debbano subire una riduzione così drastica. La scorsa stagione è andata com’è andata. Farne un’altra al 25% significa una sola cosa: chiudere. Da novembre giocheremo alla Segafredo Arena, i costi sono circa gli stessi sia che entrino 10.000 persone sia che ne entrino 2.500. Dal punto di vista economico converrebbe non aprire nemmeno l’impianto e giocare a porte chiuse.

Umberto Gandini (presidente LBA) su La Gazzetta dello Sport

Non si comprende perché con il green pass si possa consumare in un ristorante senza mascherina, mentre in un palasport si debba rinunciare a tre quarti della capienza. Ci saranno al solito delle motivazioni che non ci hanno spiegato. In un anno e mezzo siamo stati ricevuti solo una volta. Come Comitato 4.0 abbiamo chiesto un colloquio al sottosegretario Valentina Vezzali, ma stiamo ancora spettando una riposta. Vorremmo spiegare le nostre ragioni, illustrare le peculiarità degli sport indoor. Per esempio, abbiamo numeri ben diversi rispetto al calcio, molto più contenuti. Riempire San Siro al 50% significa portare 35mila persone. Il 25% del Forum di Assago comporta la presenza di 2500 spettatori. Portarci al 25% della capienza significa imporci un drammatico ridimensionamento. Chiaro, è la pandemia a dettare le regole, ma se lo scopo è anche quello di incentivare le vaccinazioni perché con il green pass puoi andare ovunque, limitazioni così rigide diventano incomprensibili. Un messaggio fuorviante

Esclusivo – Umberto Gandini (Lega Basket): la riforma delle licenze e la serie A del futuro

Campionato LBA Green Pass – MALPENSA24