Da Londra a Castano: il ritorno verso casa è un incubo. «Ammassati senza sicurezza»

eurowings

CASTANO PRIMO – Da Londra a Castano Primo: il viaggio da incubo di un giovane professionista italiano che ha deciso di rientrare in Italia in seguito all’emergenza sanitaria ormai diventata di portata mondiale. Filippo Falchi, a Londra vive e lavora da anni. Lì si è laureato. Da lì ha deciso di tornare in Italia «Soprattutto in seguito ai segnali poco rassicuranti arrivati dal governo inglese – racconta – La società per la quale lavoro ha adottato lo smart working in via prudenziale. Il mio è un lavoro che posso svolgere da qualunque parte del mondo, in accordo con i vertici della società sono quindi rientrato in Italia».

Cambio di rotta comunicato dopo il decollo

Sin qui niente di anomalo: una scelta comprensibile, fattibile e che è stata adottata da migliaia di persone. Soprattutto dopo le dichiarazioni sull’immunità di gregge inizialmente fatte dal premier britannico. Il viaggio di rientro, che sarebbe dovuto però durare una manciata di ore, si è trasformato in un’odissea iniziata a Londra nella mattinata di ieri, venerdì 20 marzo, e terminata all’alba di oggi, sabato 21. Falchi aveva inizialmente acquistato un volo di rientro Londra-Nizza. «I voli diretti per l’Italia sono ormai praticamente ridotti quasi a zero – spiega – In un secondo momento ho scelto, però, di cambiare la tratta. E ho acquistato un volo unico Londra-Düsseldorf -Malpensa per non fare incappare in eventuali problemi chi sarebbe dovuto venire a prendermi a Nizza». La compagnia scelta (anche perché in questo periodo c’è davvero molto poco da scegliere) è Eurowings, low-cost tedesca sussidiaria di Lufthansa. «Ieri mattina ci siamo regolarmente imbarcati a Londra», spiega Falchi. Il volo è atterrato a Düsseldorf  in orario e da quel momento terminano i lati accettabili del viaggio. «Non appena sbarcati e arrivati in una zona dove il cellulare avesse campo – spiega il professionista – ci siamo ritrovati tutti una mail sul cellulare in tedesco inviata mentre noi eravamo già in volo» e quindi impossibilitati a leggerla in diretta.

Trattati come se i confini fossero chiusi

Nella mail la compagnia informava i passeggeri che il volo per Malpensa era stato cancellato. «Nessuna informazione dettagliata – spiega Falchi – Ci siamo ritrovati in più di cento ammassati in uno stanzone. Con gli agenti della dogana tedesca che ci hanno trattato praticamente come se avessero chiuso i confini e noi non fossimo tutti cittadini comunitari diretti in un altro Paese comunitario. Già in volo la distanza di sicurezza di un metro per evitare un possibile contagio non era stata mantenuta. In quello stanzone, con gli agenti che gridavano in tedesco contro di noi, sarebbe stato addirittura impossibile garantirla. Semplicemente lo spazio non era sufficiente». Passa un’ora di assoluta tensione con gli agenti che continuano a gridare parole incomprensibili «Forse senza capire che nessuno dei passeggeri presenti aveva preso un aereo per andare in vacanza e che la situazione per noi stava facendosi insopportabile». Senza nessuna indicazione sulla possibilità di essere alloggiati in un hotel a Düsseldorf . Di tutto questo sono stati ripresi anche parecchi video.

Tutti a Fiumicino e da lì vi arrangiate

Dopo un’ora arrivano le prime informazioni: Eurowings aveva convogliati tutti i passeggeri di tre diversi voli, ovvero per Malpensa, Bologna e Roma, su un’unico volo per Fiumicino. «Il sospetto che in realtà sapessero molto prima del decollo da Londra che questo sarebbe accaduto dopo l’atterraggio in Germania è molto concreto. Nessuno dei tre voli era al completo, probabilmente si sono voluti ottimizzare i costi – spiega Falchi – Il volo sino a Fiumicino, ci è stato detto, era per noi la sola possibilità di rientrare in Italia. Con la convinzione che dopo l’arrivo a Fiumicino tutti noi ci saremmo in quel modo arrangiati. Io ho anche chiamato il consolato Italiano a Colonia, un gentilissimo funzionario ci ha calmati, probabilmente il suo lavoro in questo momento è quello di assistere tutti gli italiani in rientro a causa della pandemia, che ha però confermato che avremmo dovuto prendere quell’aereo». L’imbarco è stato ancora più assurdo: tutti ammassati in un gate chiuso ancora più piccolo dello stanzone iniziale. «Con una dozzina di agenti a loro volta ammassati in tre, forse quattro guardiole». Infine il decollo, l’arrivo a Fiumicino. «Lì ho affittato un’auto privata e ho guidato per oltre 600 chilometri riuscendo ad arrivare a Castano, a casa, dopo le due del mattino. Segnalo l’accaduto perché trovo inconcepibile in questo momento essere trattati in questo modo, a discapito della salute di tutti». Falchi dopo l’arrivo si è messo in quarantena così come prevedono le norme e il buon senso.

londra castano ritorno incubo – MALPENSA24