Coppa del mondo di Sabaudia: arrestato il presidente della Canottieri Luino

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LUINO – E’ accusato di turbativa d’asta Luigi Manzo (nella foto in basso), presidente della Canottieri Luino, arrestato nella mattinata di oggi, lunedì 21 febbraio, nell’ambito dell’inchiesta sulla coppa del mondo di Sabaudia. Manzo è stato raggiunto dai carabinieri carabinieri del comando provinciale di Varese che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Latina. Manzo è ristretto agli arresti domiciliari. La sua posizione rientrerebbe nel filone d’inchiesta relativo all’assegnazione degli incarichi per la preparazione dei campi di gara della Coppa del Mondo di canottaggio.

In tutto sono 16 le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Latina, coadiuvati nella fase esecutiva da militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Roma e Varese.

Le concessioni demaniali

L’attività di indagine, condotta dal Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e dai sostituti Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria e seguita dal Procuratore della Repubblica Giuseppe de Falco, iniziata nel mese di novembre 2019 a seguito dell’incendio alla centrale termica dell’Ente Parco Nazionale del Circeo e alle minacce dirette al Comandante della Stazione Carabinieri Forestali “Parco di Sabaudia”, ha allo stato permesso di individuare rilevanti irregolarità nell’ambito del controllo delle assegnazioni delle concessioni demaniali, rilasciate dal Comune di Sabaudia per lo svolgimento delle attività balneari.

Favoritismi e privilegi

Per quanto in particolare emerge allo stato delle indagini, tutte le quarantacinque attività balneari presenti sul lido di Sabaudia risulterebbero aver goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi all’interno del Comune di Sabaudia. Le attività di indagine hanno altresì permesso di appurare come proprio alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di alcuni stabilimenti e chioschi oggetto di favoritismi.

Sindaco e funzionari comunali

I militari dell’arma, nel corso delle investigazioni, durate oltre sette mesi, hanno accertato e ricostruito – per quanto risulta allo stato del procedimento – undici episodi di turbativa d’asta, la formazione di innumerevoli atti falsi, nonché condotte corruttive che sarebbero state poste in essere dal Sindaco di Sabaudia e da amministratori comunali, in concorso con imprenditori e funzionari comunali.

Peculato e corruzione

Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori è finita soprattutto la Coppa del Mondo di canottaggio, che si sarebbe dovuta svolgere a Sabaudia nel 2020, con riferimento alla quale appaiono favorite ditte compiacenti all’amministrazione comunale, sia nella realizzazione del campo di gara sia nell’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica, per un giro di affari di circa 1 milioni di euro. La scrupolosa ricostruzione dei fatti ha al momento consentito inoltre di accertare come il Comune di Sabaudia abbia, in ragione della “vicinanza” ad alcuni stabilimenti e chioschi del litorale, sospeso il procedimento di revoca delle concessioni demaniali che, a seguito di controllo, erano risultate irregolari. Sono per altro verso emersi, nel corso dell’attività investigativa, episodi di peculato, corruzione e falso che risulterebbero compiuti da appartenenti ai Carabinieri Forestali di Sabaudia, con riferimento alla falsa attestazione della necessità, per presunti motivi di incolumità e sicurezza pubblica, di interventi per il taglio di alberi, al fine di favorire ditte compiacenti, alle quali dette opere venivano affidate.

Il Circeo e gli imprenditori

Ancora emergono allo stato episodi di turbativa d’asta che sarebbero stati commessi dal Direttore del Parco Nazionale del Circeo dell’epoca, il quale aveva affidato ad alcuni imprenditori a lui vicini la realizzazione di progetti sul cambiamento climatico, prima ancora che la relativa determina fosse discussa e approvata. In accoglimento della richiesta formulata dalla Procura di Latina nell’aprile 2021, a dodici
indagati è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari e ai restanti quattro indagati è stata applicata la misura cautelare del divieto o dell’obbligo di dimora
, unitamente alla misura dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, dai servizi e con il divieto di esercitare la professione per 12 mesi.

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