Ambiente, cinema e l’omaggio a Giannetto Bravi. La primavera al Maga

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GALLARATE – La personale di Stefano Cagol, il focus sul cinema sperimentale degli Anni Sessanta di Gianfranco Brebbia, Marinella Pirelli, Bruno Munari e Marcello Piccardo, e l’omaggio a Giannetto Bravi. Da domenica 24 marzo la stagione espositiva primaverile al Maga si aprirà con tre rassegne che esplorano vari aspetti dell’orizzonte creativo contemporaneo. L’inaugurazione è prevista per sabato 23 alle 18. In parallelo è stata riallestita la collezione permanente, ricostruendo cinque mostre che hanno caratterizzato la decima edizione del Premio Gallarate tra il 1976 e il 1978. E si è rafforzata, dando vita a una vera e propria partnership, la collaborazione iniziata nel 2017 in occasione di “Kerouac. Beat Painting” con Castaldi Lighting, storica azienda di illuminazione.

Una totalità di temi sociali

“Iperoggetto – Visioni tra confini, energia ed ecologia”, dal 24 marzo al 15 settembre, è la personale di Stefano Cagol (Trento, 1969) curata da Alessandro Castiglioni, conservatore senior del Maga. La mostra, attraverso grandi videoinstallazioni, opere fotografiche e scultoree, percorre i diversi ambiti d’indagine dell’artista trentino che abbracciano una totalità di temi sociali particolarmente sentiti, come l’attenzione all’ambiente, il cambio climatico, le sorgenti energetiche e il mutamento dei confini.
Il titolo “Iperoggetto” fa riferimento alla teoria di Timothy Morton, filosofo inglese secondo cui «gli Iperoggetti sono entità diffusamente distribuite nello spazio e nel tempo che ci obbligano a riconsiderare le idee fondamentali che ci siamo fatti su ciò che significa esistere, su cos’è la Terra, su cos’è la società».
In questa direzione la mostra testimonia una serie di progetti estesi che possono essere così definiti, come il raggio luminoso al confine polare tra Norvegia e Russia in “The End of the border (of the mind)”, il video “The Ice Monolith” sulla lenta e inesorabile fusione del blocco di ghiaccio installato alla Biennale di Venezia nel 2013 e “The Body of Energy (of the mind)”, viaggio-ricerca in cui le riprese video, condotte con una telecamera a infrarossi, visualizzano il calore del corpo umano come manifestazione di energia.
Accompagna la mostra un volume con il testo del curatore, una conversazione con l’artista di Blanca de la Torre e il saggio “Terra incognita: esporre il ghiaccio nell’Antropocene” di Julie Reiss, edito per la prima volta in italiano.

Un programma orario di proiezioni

“Planète – Il cinema sperimentale di Gianfranco Brebbia, Marinella Pirelli, Bruno Munari e Marcello Piccardo”, è il titolo della mostra dal 24 marzo al 5 maggio curata da Vittoria Broggini, che approfondisce il percorso sperimentale e critico sul medium cinematografico sviluppato negli anni Sessanta in Italia in quella che fu la straordinaria esperienza dello Studio di Monte Olimpino a Como. L’esposizione mette in luce le connessioni tra la produzione dei quattro protagonisti che si trovarono a operare in un territorio attiguo, inseriti nel tessuto culturale attivo tra Varese, Milano e Como.
Il titolo della mostra Planète si ispira al nome della rivista francese degli anni Sessanta e al modo in cui con uno sguardo trasversale, critico e a tratti visionario guarda a una società in piena trasformazione.
L’allestimento presenta i film e la ricerca di questi artisti attraverso due modalità: un’installazione fissa con una selezione di film raccolti per tematiche e un programma orario di proiezioni, che si ripete due volte al giorno. La mostra racconta in una sezione archivistica il sostrato teorico e culturale dell’epoca attraverso documenti, lettere, riviste, scritti, fotografie e design grafico provenienti dagli archivi di Brebbia, Pirelli e di Monte Olimpino. Nel programma si inserisce un’iniziativa speciale in collaborazione con Baff 2019.

Operazione Vesuvio

Il Maga ricorda la figura di Giannetto Bravi (1938-2013) con “Opere 1966-2013”, mostra dal 24 marzo al 5 maggio che ricostruisce le tappe più significative della sua ampia e complessa attività artistica, attraverso trenta opere giunte nelle collezioni del museo grazie alla recente donazione di Laura Bonato, sua moglie. La mostra, curata da Emma Zanella, direttrice del Maga, si apre con la ricerca pittorica e le opere astratto-geometriche di Giannetto Bravi realizzate per la prima personale, curata da Achille Bonito Oliva, nel 1967 alla Galleria Fiamma Vigo di Roma.
Il percorso espositivo si concentra poi sulla collaborazione con Pierre Restany, soprattutto in relazione al progetto Operazione Vesuvio. L’idea del critico francese, nel 1972, fu di trasformare le falde del vulcano partenopeo in un parco culturale internazionale. All’invito risposero artisti italiani e internazionali come Enzo Mari, Gianni Bertini ma anche Christo, Dennis Oppennheim e George Brecht. La proposta elaborata da Bravi consisteva nell’invaligiamento metaforico del cono vulcanico per preservarlo dalla speculazione edilizia imperante.
Da questo progetto ha iniziato a riflettere sugli immaginari e gli stereotipi dei luoghi, cominciando a utilizzare cartoline e immagini ripetute: una ricerca metodica e concettuale, testimoniata dalle rassegne tenute alla Galleria Milano nel 1976 e allo Studio Marconi nel 1980. La mostra analizza inoltre la sua più recente ricerca, incentrata sull’immaginario museale e le quadrerie di cartoline di celebri opere della storia dell’arte, culminata nella personale del Museo di Capodimonte nel 2007.

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