Malpensa, l’assessore di Milano dialoga con il territorio. E non chiude alle richieste di “equilibrio”

malpensa sea maran milano somma

Malpensa, un territorio in cerca di equilibrio: e spunta (forse) un alleato che non t’aspetti, il Comune di Milano. L’assessore della giunta Sala, Pierfrancesco Maran, al convegno organizzato a Somma Lombardo dalla Rete Comitati Malpensa: «Il Masterplan ascolti il territorio. La terza pista? Penso si possa abdicare a quell’ipotesi».

«Qui non c’è nessun comitato anti-Malpensa, nessuno sano di mente pensa di chiudere l’aeroporto» mette le mani avanti Jimmy Pasin, portavoce della Rete, che ha chiamato a raccolta per un intero pomeriggio una lunga serie di esponenti di associazioni, enti e istituzioni per discutere sul rapporto tra il territorio e lo scalo. «Si cerca un equilibrio perché in questo momento non esiste. Il Bridge ha portato a toccare limiti che presumibilmente il Masterplan fisserà». E di fronte ad un’asticella che continua ad alzarsi, quella del numero di movimenti e passeggeri, si leva una richiesta forte di «mettere un limite» alla crescita dell’aeroporto. Lo dicono con sfumature diverse sia i Comitati, sull’onda della battaglia di Greta Thunberg e degli scioperi per il clima (lo ricorda Oreste Magni, dell’Ecoistituto Ticino), sia lo stesso sindaco di Somma Lombardo Stefano Bellaria, che parla di un «numero massimo di movimenti che il territorio è in grado di sopportare, al di là della capacità operativa delle piste, che per me devono restare due»). Ma su questo tema, di sostanza, non si tira indietro nemmeno Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, azionista di maggioranza di Sea, che lancia segnali di apertura su un «Masterplan che deve ascoltare il territorio» e su un futuro “green” che potrà vedere Malpensa al centro di interconnessioni con le linee ferroviarie ad alta velocità.

Le aperture dell’assessore di Milano

Maran era senza dubbio l’ospite più atteso del convegno. Il motivo lo ha ammesso candidamente lui stesso, non appena si è seduto al tavolo dei relatori: «Di solito da Milano ce la caviamo non venendo a queste iniziative, quindi non mi aspetto applausi». L’esponente della Giunta Sala però ha dimostrato di avere le idee chiare sullo sviluppo dell’aeroporto: «I disagi sono inevitabili, ma gestibili, e il fatto che da Malpensa transiti il 15% dell’export italiano extra-UE non può essere una giustificazione per non discuterne. Rispetto a dieci anni fa, perlomeno, due paure sono state spazzate via: l’ipotesi di chiudere Linate e concentrare tutto su Malpensa, oggi solo un pazzo lo direbbe; e quella della terza pista, un’idea a cui penso si possa abdicare definitivamente. Non è solo sacrificando più suolo che si può sviluppare l’aeroporto: si potrà gestire al meglio la capacità con la tecnologia». E per trovare quell’«equilibrio» di cui si è discusso oggi a Somma Lombardo, Pierfrancesco Maran mette sul tavolo qualche suggestione che guarda al futuro. A partire dal Masterplan, che per l’assessore milanese «deve essere la modalità di lavoro reale con il territorio, per affrontare i problemi e per inserire diverse delle richieste che arrivano». E dal “green act” su cui il governo nazionale si sta confrontando in questi giorni: «Se basiamo la tassazione sul tipo di aeromobile, spingiamo verso il rinnovo del parco aerei e acceleriamo la riduzione impatto acustico e atmosferico – ragiona Maran – quando il sistema è in crescita si può pretendere che si facciano passi avanti e che si redistribuiscano utili non solo economici ma anche ambientali». Infine, l’assessore risponde anche sul tema del limite alla crescita dello scalo, sollevato da più parti: «Non si può non decidere di investire su alta capacità e alta velocità ferroviaria, se si vogliono limitare gli aeroporti – il monito rivolto ai pasdaran del “No” a tutto – in futuro possiamo immaginare meno voli e più treni sulla tratta Milano-Parigi e più merci sui treni e meno sugli aerei per le tratte non di lungo raggio».

Il decalogo del Cuv

Tra i numerosi interventi, spicca il decalogo di proposte per il dopo-Bridge messe in fila, parlando anche a nome dei sindaci del Cuv, dal primo cittadino “padrone di casa” Stefano Bellaria. Oltre all’ennesima sottolineatura sullo scandalo di quella che ribattezza «l’addizionale comunale Alitalia» e ad una serie di richieste già sentite (e mai, a dire il vero, preso in considerazione), come la realizzazione dei collegamenti infrastrutturali già previsti nell’originario piano d’area del ’99 e il contratto di sito contro la precarizzazione del lavoro, oppure lo stop all’espansione fuori dal sedime aeroportuale e la reintroduzione dell’Iresa, la “tassa sul rumore”, nel decalogo del sindaco di Somma rientrano anche la richiesta a Sea di «differenziare le tariffe di handling in base alle classi degli aeromobili, in base al principio “più inquini, più paghi”, e quella di una Zona economica speciale per Malpensa, che porti ad incentivi intelligenti per il recupero delle aree ex industriali dismesse, legandole al terziario avanzato al servizio dell’aeroporto e dell’industria aeronautica».

malpensa sea maran milano somma – MALPENSA24