I sindaci di Malpensa scrivono a Conte: «Qui migliaia di lavoratori in ansia»

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MALPENSA – I nove sindaci di Malpensa scrivono a Giuseppe Conte. Una lunga lettera per chiedere al premier sostegno immediato per i lavoratori aereoportuali e dell’indotto, ma anche misure per rilanciare lo scalo nel post-Covid all’insegna della sostenibilità.

Lobby per il territorio

«Pur rappresentando idee differenti e diverse sensibilità politiche, anche stavolta abbiamo fatto squadra a difesa delle istanze dei cittadini dell’intorno aeroportuale», dichiarano i nove sindaci del Cuv (Somma, Lonate, Ferno, Casorate, Cardano, Arsago, Golasecca, Vizzola, Samarate). «Siamo certi che i parlamentari varesini sapranno fare altrettanto. E faranno una sana azione di lobbying a supporto delle richieste avanzate al Presidente del Consiglio dei Ministri». La lettera infatti è stata mandata per copia conoscenza anche ai rappresentanti del territorio a Roma: i senatori Erica Rivolta, Alessandro Alfieri, Umberto Bossi, Stefano Candiani, Gianluigi Paragone e gli onorevoli Maria Chiara Gadda, Matteo Bianchi, Giusy Versace, Giancarlo Giorgetti, Gianfranco Librandi, Niccolò Invidia e Leonardo Tarantino.

La lettera a Conte

Di seguito la lettera integrale inviata dai nove sindaci del Cuv al premier Conte:

Egregio Signor Presidente buongiorno.

I seguenti Sindaci, rappresentanti dei 9 comuni dell’intorno aeroportuale di Malpensa, costituenti il Comitato Urbanistico Volontario, vogliono esprimerle le difficoltà incontrate anche da questo dal territorio a seguito del perdurare dell’emergenza Covid.

Molte sono le attività economiche che hanno subito un duro colpo a seguito della drastica riduzione dell’operatività dell’aeroporto della Malpensa e migliaia sono i lavoratori e le famiglie che esprimono preoccupazione per il loro futuro.

Per tale motivo ci riproponiamo di avanzare alcune proposte a nostro avviso utili a fronteggiare questa situazione.

1. Allargamento della platea delle aziende che possono avere accesso ai cosiddetti “Ristori”, esistono infatti molte attività formalmente aperte, ma che dipendono per il loro fatturato per la quasi totalità (80-90%) dal funzionamento dell’aeroporto della Malpensa. Ci riferiamo, ad esempio ai vari Parking, alle attività di catering, alle imprese che gestiscono le pulizie, trasporti, ecc.ecc.

2. Possibilità per gli Enti Locali di ridurre le imposte di propria competenza alle suddette attività, con la garanzia di un ristoro da parte governativa

3. Prolungamento degli ammortizzatori sociali (anche in deroga) e della moratoria ai licenziamenti, oltre la data del 31 marzo 2021. In questo modo avremo tutelato il reddito di lavoratori e famiglie ed evitato il licenziamento, da parte delle imprese, di collaboratori dalla comprovata professionalità.

4. Impiego delle risorse del cosiddetto “Recovery Fund” per garantire il futuro sviluppo “Green” dell’aeroporto, con interventi quali, ad esempio:

– lnstallazione di una rete di centraline, supervisionate da ARPA, per il monitoraggio della qualità dell’aria.

– differenziazione delle tariffe di handling per favorire il rinnovo delle flotte aeree.

– realizzazione degli interventi di espansione della Cargo City all’interno del sedime aeroportuale senza ulteriore consumo di suolo.

– attuazione delle opere di mitigazione e compensazione ambientale già previste nell’allegato nel cosiddetto “Piano d’area Malpensa” e mai attuate

5. Impiego delle risorse del cosiddetto “Recovery Fund” per la realizzazione delle seguenti prioritarie infrastrutture di collegamento previste dal cosiddetto “Piano d’area Malpensa” (Legge Regione Lombardia, 12 aprile 1999, n. 10) e non attuate:

– Tangenziale Nord di Somma Lombardo e Arsago Seprio (importante per collegare velocemente l’aeroporto con i caselli di Vergiate e di Besnate dell’autostrada A8).

– SS 341 Gallarate – Vanzaghello, per il tratto compreso nel Comune di Samarate.

– Variante alla SP 28 (Dal comune di Samarate, Frazione Cascina Costa, alla zona industriale di Ferno).

– Tangenziale Ovest di Gallarate da Besnate (A8-A26) a Cardano al Campo (SS 336).

6. Impiego delle risorse del cosiddetto “Recovery Fund” per finanziare l’introduzione di una Zona Economica Speciale (ZES) da individuarsi estendendo anche alle aree aeroportuali la normativa nazionale che oggi le prevede per le zone portuali.

L’obiettivo è quello di stimolare l’insediamento di operatori del settore terziario avanzato nelle aree delocalizzate dell’intorno aeroportuale, nonché favorire il recupero delle numerose aree industriali dismesse presenti nei comuni dell’area di Malpensa rilanciando al contempo l’economia dell’intero territorio.

La ringraziamo per il tempo e l’attenzione che ha dedicato a queste nostre proposte, sono frutto della passione per il futuro delle nostre imprese e dei nostri concittadini, una passione che, ne siamo certi, è da Lei condivisa.

Alfieri (Pd) e Bianchi (Lega) insieme per salvare Malpensa e sostenere i frontalieri

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