I sindaci di Malpensa: «Se l’aeroporto non riparte qui è un disastro»

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MALPENSA – «Se l’aeroporto non riparte qui è un disastro». Così il presidente del Cuv Roberto Nerviani, primo cittadino di Vizzola Ticino, dopo lo scorso incontro con i nove colleghi dell’intorno aeroportuale riuniti nell’associazione, indetta per discutere la crisi nera di Malpensa. Ma in particolare per affrontare le conseguenze economiche che l’emergenza Covid sta causando a tutto l’indotto aeroportuale, con moltissime attività messe alle strette da quel calo dell‘80% del trasporto aereo rispetto al 2019. Ciò che è nato dall’incontro, è una lettera che verrà inviata nei prossimi giorni a Roma, indirizzata a tutti i rappresentati politici del territorio. Con l’obiettivo che si facciano portavoce delle istanze di troppi lavoratori in ginocchio. Sì, perché «se a Malpensa ci penserà il Comune di Milano, azionista di maggioranza della Sea – puntualizza Nerviani – chi penserà alle attività dell’indotto?».

La crisi dell’indotto

L’incontro fra i sindaci del Cuv ha messo sul tavolo i molti problemi che stanno colpendo le imprese legate all’attività aeroportuale. «Alcuni non hanno avuto nessun aiuto, perché numerosi codici Ateco non rientrano neanche nei ristori», sottolinea Nerviani. Ne sono un esempio i parking, una delle categorie più danneggiate dal crollo di Malpensa. Così come spiegavano nelle scorse settimane, non hanno potuto nemmeno accedere ai contributi del governo perché sono di fatto operativi, ma con i piazzali vuoti è come se l’attività fosse ferma. E così molti altri. «Fra le imprese ancora operative – prosegue il presidente del Cuv – ci sono bed&breakfast, autonoleggi, lavanderie e le attività di ristorazione: se non si riprende l’aeroporto, qui è un disastro», sentenzia.

Non basta la solidarietà

Di fronte alla crisi non basta essere vicino ai lavoratori. Lo specifica Nerviani: «Come sindaci esprimiamo solidarietà. Ma siamo ben consapevoli che non se ne fanno nulla». Così come non possono bastare i buoni propositi. «Ora siamo bloccati: nemmeno intervenire su una tassa come la Tari – che è comunale – è possibile. Se il governo non ci autorizza, noi non possiamo toccarla per ridurre le rate». E il peggio deve ancora arrivare. «In questo momento, quella di Malpensa può essere ancora definita una mezza crisi. Infatti, con il blocco dei licenziamenti e con la cassa integrazione fino al 31 marzo, gli effetti non si sono ancora visti». E parla di terza ondata a marzo: «Arriverà, ma sarà quella economica. E noi avremo code infinite fuori dagli uffici dei nostri Servizi sociali, quindi sono necessari degli interventi».

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