I Parking di Malpensa: «Azzerare la Tari. Situazione drammatica»

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MALPENSA – Una perdita del fatturato superiore al 75% e nessuna prospettiva di ripresa nell’immediato. Da marzo i parking sorti attorno a Malpensa sono praticamente vuoti e tanti rischiano di non riaprire più. «Una situazione quantomeno drammatica», dicono. Investire sullo scalo varesino negli ultimi 25 anni è stata una continua altalena, ma una crisi del sistema aereo di tali proporzioni non si era mai vista. Per questo motivo i parking di Somma Lombardo hanno chiesto un incontro urgente al sindaco Stefano Bellaria per chiedere un alleggerimento dell’imposizione locale. E’un modo – dicono – per cercare di sopravvivere e salvaguardare più posti di lavoro possibile. Perché è evidente fin da ora che una volta che si innescherà la ripresa, i livelli occupazionali saranno comunque inferiori al pre-lockdown. Ma chiudere per sempre equivarrebbe a un disastro che si vuole evitare.

Azzerare la Tari

Soltanto a Somma Lombardo si contano 12 attività di parcheggio remoto, pari a oltre 200 lavoratori occupati. Un settore trainante dell’economia cittadina messo in ginocchio dal Covid proprio come tutto l’indotto di Malpensa. «Se si vuole salvare le attività e almeno una parte del personale anche il Comune deve fare la sua parte», dice Fabio Pastorello, portavoce dei parking sommesi. E in un’ottica di dialogo da anni aperto con l’amministrazione comunale in particolare nella lotta all’abusivismo e nel rispetto delle regole, ora gli operatori chiedono di tornare a sedersi al tavolo per ragionare su un alleggerimento della pressione tributaria. A partire dalla Tari. La tassa rifiuti viene calcolata infatti sui metri quadrati di superfice della propria attività e i parking pagano oggi cifre molto alte a causa di enormi capannoni che però sono praticamente vuoti. «Sono aree enormi, oggi di fatto inutilizzate, che non possiamo nemmeno rendere inattive fino alla ripresa», spiega Pastorello. «Siamo comunque disponibili a valutare ogni altra proposta del Comune nell’interesse collettivo di salvaguardare attività e lavoratori».

Crisi occupazionale

Il settore aereo, dicono le previsioni Iata, tornerà ai livelli pre-Covid non prima del 2024. Ma fino ad allora? Con la stagione invernale in corso ormai irrimediabilmente compromessa a causa delle misure di contenimento della seconda ondata, si guarda già alla stagione estiva 2021. «La scorsa estate abbiamo avuto una leggera ripresa fino alla prima settimana di agosto, ma con l’entrata in vigore dei tamponi obbligatori per chi rientrava dalla Grecia e dalla Spagna abbiamo cominciato a registrare disdette fino al 50% delle prenotazioni», racconta Pastorello. E la prossima? «Difficile fare previsioni. Ma se a giugno dovessimo avere anche solo la metà dei volumi dell’estate 2018 (il 2019 non è paragonabile in quanto era l’anno del Bridge, ndr) il rischio è di essere costretti a rinunciare a tre quarti della forza lavoro per sopravvivere».

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