Brunini (Sea): «A ottobre -75% di traffico. A Malpensa è grande crisi»

Malpensa brunini sea ottobre

MALPENSA – «Siamo in una situazione di grande crisi». A dirlo è Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, società di gestione di Malpensa e Linate. Intervenuto al webinar “Italia 2021 – Competenze per riavviare il futuro – Le Infrastrutture” realizzato da Pwc, ha ipotizzato un ritorno ai volumi pre-Covid non prima del 2024. «Si stimano tempi lunghissimi di ritorno alla normalità», ha ammesso. Dunque, «c’è il rischio che una grande fetta di lavoratori perda il proprio posto».

E’ cambiato il mondo

«Il trasporto aereo in Italia negli ultimi 10 anni è cresciuto con un trend del 4% annuo, nonostante un Pil stagnante», ha detto Brunini. Una cavalcata impressionante per colmare il gap con i maggiori competitor mondiali azzerata in un attimo. «In 24 ore è cambiato il mondo. Abbiamo investito moltissimo e poi è arrivato il Covid».

Traffico in picchiata

Il sistema milanese (Malpensa e Linate) ha perso il -70% di traffico cumulato nell’anno (dato di settembre) e ottobre sarà ancora peggio. «Con la pandemia che è tornata a crescere chiuderemo il mese a -75%», ha anticipato il numero uno di Sea. «Siamo in situazione di grande crisi e non più nelle condizioni di autofinanziare gli investimenti.  Se prima producevamo cassa per 200milioni di euro, ora soltanto la gestione operativa brucia 70 milioni. Se a questi aggiungiamo gli investimenti fatti bruceremo 180milioni di cassa. Non siamo più nelle condizioni di investire come prima».

Crisi occupazionale

Malpensa e Linate sommavano una forza lavoro pre-Covid di 30mila lavoratori (il 10% sono lavoratori diretti Sea). Con le famiglie sono 100mila le persone su cui oggi pesa l’incognita del futuro, perché anche quando il traffico tornerà a crescere non ci sarà posto per tutti. «Circa il 50% oggi o ha perso il lavoro o è in cassa integrazione», ha stimato Brunini. E siccome tutti gli scenari – compresi quelli Iata – parlano di un ritorno al pre-Covid intorno al 2024, «c’è il rischio che una grande fetta perderà il posto di lavoro».

No piste ma investimenti

Secondo l’amministratore delegato di Sea oggi – rispetto a soltanto pochi mesi fa – da parte del governo c’è maggiore consapevolezza sul fatto che non esiste solo Alitalia, ma che tutto il sistema aeroportuale è in gravissima crisi. E’ fondamentale, dunque, includere gli aeroporti nel Recovery Fund. «Noi stiamo tagliando il più possibile, naturalmente non sulla sicurezza e sulla manutenzione. Ma dovremo rinunciare a investimenti virtuosi in fase avanzata sull’ecologico (come per esempio la conversione all’elettrico di tutto il parco mezzi) e sulla Smart security. Il rischio è quello di tornare indietro. Perderemo l’occasione di stare al passo coi tempi. La Germania ha investito 1,3 miliardi per il sistema aeroportuale. Noi non chiediamo nuove piste, piazzali, terminal: per un po’ di tempo non ce ne sarà bisogno. Ma di non rinunciare alle sfide ecologiche e di digitalizzazione che ci tengano al passo con l’Europa e con il mondo».

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