Protesta a Malpensa contro i primi 70 licenziamenti nel settore delle pulizie

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MALPENSA – Livio Muratore, sindacalista della Filcams Cgil, la definisce «la quiete prima della tempesta». L’aeroporto deserto è sotto gli occhi di tutti e i lavoratori di Malpensa sono consapevoli che, non appena terminerà il blocco ai licenziamenti, sarà una strage occupazionale. Le due società di pulizia – la Dussmann e la Spd – si sono portate avanti, comunicando alle parti sociali i primi 70 esuberi che si concretizzeranno non appena il governo renderà possibile tagliare i posti di lavoro.

I primi licenziamenti

Per questo motivo ieri, 19 ottobre, Filcams Cgil, Fisascat Cgil, Uil trasporti e Adl hanno organizzato un presidio davanti al Terminal 1 di Malpensa. Le donne delle pulizie hanno fatto sentire la loro voce. «Le due aziende hanno già dichiarato 70 esuberi quando finirà il blocco dei licenziamenti, ovvero il 15 novembre o a fine anno se ci sarà la proroga», spiega Muratore.  «Questo è inaccettabile e insostenibile. Prima di procedere con i tagli le aziende devono attivare gli ammortizzatori sociali Covid che verranno prorogati anche nel 2021».

Mercoledì al Circolo

A Malpensa era presente anche Giuseppe D’Aquaro (Fisascat Cisl) che ha annunciato un nuovo presidio per mercoledì 21 davanti all’ospedale di Circolo di Varese. A protestare ci saranno gli operatori che lavorano nelle corsie dell’ospedale, definiti eroi durante il lockdown ma presto dimenticati. «Oltre ad avere il contratto collettivo scaduto da sette anni, stiamo parlando di addetti che garantiscono igiene, pulizia e sanificazione negli ospedali», sottolinea D’Aquaro. «E’ evidente che sono maggiormente esposti a un rischio che non viene oggi loro riconosciuto dalle aziende. In prima linea contro il Covid ci sono anche e soprattutto loro».

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