Brunini (Sea): «Peggio dell’11 settembre. Ma Malpensa è già pronta per ripartire»

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MALPENSA–  «Non ho mai vissuto un’esperienza del genere». A dirlo è Armando Brunini, amministratore delegato di Sea. Il manager della società di gestione di Malpensa e Linate affida al Corriere della Sera le sue prime dichiarazioni dallo scoppio dell’emergenza Coronavirus in Lombardia. Non nasconde la grande crisi nei due aeroporti milanesi («a livelli mai visti, nemmeno dopo l’11 settembre 2001») ma vuole dare un’iniezione di fiducia all’intero comparto: «Gli aeroporti di Malpensa e Linate restano aperti: non solo perché forniamo un servizio di pubblica utilità, ma anche perché quando tutto questo sarà finito saremo già pronti per la ripartenza».

Aeroporto deserto

La crisi del trasporto aereo è iniziata lunedì 24 febbraio, tre giorno dopo la scoperta del focolaio di Coronavirus in Lombardia. «Il traffico nei nostri scali è andato in picchiata», sottolinea Brunini, con una progressione allarmante. Il 3 marzo, fa sapere, il calo complessivo è stato addirittura pari al 65 per cento, a causa delle numerose cancellazioni da parte delle compagnie aeree ma anche del crollo della domanda. Meno aerei, dunque, e molto più vuoti rispetto agli standard.

Non disperdere il capitale umano

L’ad di Sea ribadisce più volte che si tratta di una crisi senza precedenti, ma temporanea. «Per questo non dobbiamo compromettere il futuro e nemmeno disperdere il capitale umano». Per evitare ripercussioni occupazionali, dunque, l’aeroporto sta cercando nel breve periodo di ridurre i costi, ottimizzare i turni, smaltire le ferie, bandire gli straordinari. E se ciò non dovesse bastare, auspica un supporto governativo al comparto.

Non fermare gli investimenti

Nei giorni antecedenti all’emergenza Coronavirus Brunini stava scegliendo la data per presentare ai sindaci del Cuv il Masterplan di Malpensa, ovvero il Piano decennale di sviluppo dell’aeroporto. In poche settimane lo scenario è completamente cambiato, Malpensa è spettrale, ma Brunini assicura che gli investimenti non si fermeranno: «Quelli in corso proseguono. Tra quelli previsti andremo a spostare in avanti i meno essenziali. Quelli strategici partiranno in ogni caso».

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