Al Teatro Manzoni di Busto Nancy Brilli si chiede: “A che servono gli uomini?”

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BUSTO ARSIZIO – Una serie di situazioni comiche, ma anche spunti di riflessione sul ruolo attuale della donna, sempre più emancipata ma in costante conflitto con i dogmi della società civile. È ciò che proporrà a Busto Arsizio, mercoledì 5 febbraio, “A che servono gli uomini?”, commedia di Iaia Fiastri che, con musiche di Giorgio Gaber e regia di Lina Wertmüller, vedrà Nancy Brilli salire alle 21 sul palco del Teatro Manzoni.

Un ritorno a casa e un atto d’amore

Adattamento della pièce scritta negli anni Ottanta da Iaia Fiastri, la commedia “A che servono gli uomini?” tocca un tema caro a molte donne sole: il desiderio di avere un figlio. E lo fa con leggerezza ed ironia. Per Lina Wertmüller dirigerla è stato «come un ritorno a casa», agli anni in cui muoveva i primi passi nel mondo dello spettacolo «sotto le ali leggere e musicali dello storico duo» Garinei e Giovannini. Come ha raccontato la regista, «avevo 23 anni quando Iaia terminò questo testo, l’unico per il quale Giorgio Gaber abbia scritto le musiche, e mi ha continuato a chiedere, nel tempo, di portarlo in scena. Lo faccio ora. Questa non è solo una commedia, è un atto d’amore». Iaia Fiastri è una storica collaboratrice della premiata ditta “Garinei e Giovannini” con la quale ha firmato altri successi come “Aggiungi un posto a tavola”, “Alleluja brava gente” e “Taxi a due piazze”. Nel 1988, anno della prima messa in scena, la protagonista era interpretata da Ombretta Colli: a comporre ritmi e brani dell’originale colonna sonora fu suo marito, Giorgio Gaber.

La trama

Il nuovo allestimento vede Nancy Brilli nella parte principale: Teodolinda (Teo per gli amici) è una donna in carriera stufa del genere maschile, che seppur soddisfatta della vita da single rimpiange di non aver avuto un figlio. Finché un giorno scopre che il suo vicino di casa lavora in un istituto di ricerche genetiche dove si pratica l’inseminazione artificiale. Con il pretesto di una visita all’istituto, Teo ruberà la provetta numero 119, riuscendo a diventare madre senza i fastidi di un rapporto con l’altro sesso. Spinta però dalla curiosità, cercherà in tutti i modi di conoscere l’identità del donatore, e con uno stratagemma riuscirà a scoprirlo. L’uomo è Osvaldo, quarantenne che vive ancora con la madre, dai modi rozzi e con una grande considerazione di sé. La scoperta non solo innescherà situazioni comiche ma offrirà anche molti spunti di riflessione sul ruolo attuale della donna.

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