I marmi tatuati di Fabio Viale conquistano Malpensa. Ecco “Monumentum”

marmi tatuati sculture viale

MALPENSA – Opere in marmo, le forme armoniose dei corpi scolpiti che richiamano i grandi classici. E poi il tocco tutto attuale: i tatuaggi. Marmi tatuati, che portano la firma dello scultore Fabio Viale e si fanno simbolo di un tempo eterno nell’esposizione Monumentum a cura di Matteo Pacini. Una mostra unica, in una location di eccezione come la porta di Milano al Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa, visitabile fino al primo settembre.

L’inaugurazione

Nella cerimonia di inaugurazione alla presenza dell’artista Fabio Viale, del curatore Matteo Pacini e delle istituzioni Sea e Comune di Milano, promotori del progetto, si è presentato il secondo step del ciclo espositivo sulle tematiche ambientali e urbane “Orizzonte degli eventi”. Appositamente ideato da Pacini, con il suo team Pacmat Art in progress, il progetto valorizza questo spazio espositivo che rompe la continuità architettonica aeroportuale, catapultando il viaggiatore in un improvviso palcoscenico dal nero profondo in cui i concetti di spazio e tempo sembrano fondersi, tra reminiscenze passate e visioni future, legate al presente dall’identità granitica dell’installazione artistica.

Cos’è Monumentum?

Dopo la mostra “Rethink the city” di Matteo Mezzadri, che lo scorso anno ha indagato le strade possibili per ripensare la città del futuro, quest’anno Viale – con Monumentum – riflette sulla testimonianza di un passato che arriva nel nostro presente, per stimolare interrogativi sul concetto di monumento come opera creata per commemorare e rendere immortali personaggi o eventi, e trasmetterne la memoria alle generazioni future. Il monumento detiene, infatti, un potente valore simbolico, non tanto per il valore artistico dell’opera in sé, ma per la sua portata storica, sociale e culturale, dato che si propone come rappresentazione di una memoria collettiva, di un’ideologia, di un’identità, per questo fra i primi obiettivi da distruggere da parte degli avversari in caso di rivolte e conflitti. Nelle opere di Viale nulla è mai come sembra, a partire dal contrasto materico tra il marmo bianco di Carrara e i pigmenti colorati, che permette l’incontro tra l’arte greca, romana, rinascimentale e il body painting.

In questo modo i linguaggi del passato e del presente si stratificano e si sovrappongono in un infinito cortocircuito visivo e temporale, che lega le più celebri sculture dell’antichità alla simbologia espressa dai tatuaggi dei carcerati sovietici o dagli Irezumi appartenenti al linguaggio della Yakuza, oppure ancora dai tatuaggi facciali appartenenti all’universo Trap. Viale reinterpreta, quindi, la classicità restituendo alle opere il colore, come già facevano gli antichi, ma con un linguaggio moderno e multiculturale; partendo dal concetto di replica, l’artista piemontese ci trae nell’inganno di un’identicità apparente, ma svela la diversità rispetto all’opera originale, di cui ne stravolge il significato, creando contrasti visivi volti a stimolare riflessioni sul senso dell’opera stessa.

Le opere

Nell’installazione a Malpensa mitologia e memoria si fondono. In “Venus” (2017), chiaro riferimento alla Venere di Milo tatuata con spade, rose, catene e parole in cirillico. E e in “Souvenir David” (2018), imponente testa ispirata alla celebre scultura di Michelangelo che porta in volto tattoo da rapper. E ancora, si possono incontrare “Laocoonte” (2020) e “Torso Belvedere” (2020), che rimandano agli originali esposti ai Musei Vaticani, sui quali sono impressi i soggetti tipici del tatuaggio giapponese. Completa l’esposizione “Il vostro sarà il nostro” (2022), replica di un pugno di una statua romana tatuata con scarabei, teschi e motivi vari dell’iconografia criminale.

«Una dimensione parallela»

«Attraversando di passaggio la “Soglia magica” – spiega Pacini – i viaggiatori saranno catapultati in una dimensione parallela di collegamento fra passato e presente, un salto temporale dall’Antica Grecia al Rinascimento, dall’epoca barocca ai giorni nostri: un omaggio alla classicità attraverso la fedele riproduzione di alcune fra le più celebri opere raffiguranti i canoni di bellezza ideale, che nella visione di Fabio Viale attraversano il tempo, assorbendo tracce dell’epoca contemporanea, come i tatuaggi realizzati secondo la tecnica della penetrazione del colore nel marmo». La mostra è realizzata grazie allo sponsor tecnico Nichelcrom-Acciai Inox di Sesto San Giovanni, con light design a cura di Artemide, in collaborazione con ArtExtension.
Così Viale: «La scelta dei lavori da esporre in questa mostra ha visto un’accurata selezione tra le mie opere di maggiore e di più immediato impatto, affinché possano rimanere impresse a lungo nell’immaginario collettivo. Bisogna, infatti, arrivare a catturare l’attenzione delle migliaia di viaggiatori che ogni giorno transitano da questo luogo, un po’ distratti o affrettati, che mai si aspetterebbero di imbattersi in un’installazione artistica».

marmi tatuati sculture viale – MALPENSA24