Gallarate, l’ospedale affonda. L’appello di Luca Ferrazzi: “Tutti insieme per salvarlo”

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Il consigliere regionale gallaratese Luca Ferrazzi

GALLARATE – Salviamo l’ospedale gallaratese dal ridimensionamento, anzi, dalla sua possibile chiusura. Sembra una situazione irreversibile alla luce delle periodiche e numerose dismissioni di reparti (Urologia, Cardiologia, Emodinamica, Diabetologia, Radiologia e via elencando); irreversibile per la fuga del personale medico e paramedico e per la loro mancata sostituzione. Il previsto ospedale unico con Busto Arsizio è l’ancora di salvezza, che però arriverà, ad andar bene, tra una decina d’anni. Nel frattempo, per il Sant’Antonio Abate è un disastro oramai annunciato a fronte dell’assenza, perlomeno percepita, dei responsabili politici chiamati a gestire la sanità. In primis, la Regione.

Come intervenire?

Come intervenire? La giunta di Andrea Cassani manda a dire che il problema non è di sua competenza. Il Partito democratico la incalza, ma c’è chi ritiene che, sotto sotto, stia strumentalizzando politicamente la questione. E allora? “Allora occorre subito uno sforzo collettivo di sensibilità sociale, senza distinzioni di bandiere, di appartenenze, di primogeniture: tutti insieme per recuperare all’ospedale gallaratese il prestigio e l’operatività che l’ha sempre contraddistinto” è l’appello che Luca Ferrazzi, consigliere regionale della lista Lombardia Migliore, che fa riferimento a Letizia Moratti, lancia in queste ore.

Serve un’assunzione di responsabilità

Il tema è urgente e, soprattutto, ineludibile. Non è soltanto un problema, è il problema. Per questo le forze politiche – continua Ferrazzi – hanno il dovere di agire con tempestività, onorando il loro compito di rappresentanti dei cittadini”. In che modo? “Chiamerò tutti a una assunzione di responsabilità attraverso una riunione da effettuare al più presto, durante la quale, senza che nessuna voglia intestarsi meriti, venga prodotto un documento unitario da inviare ai vertici di Palazzo Lombardia. Ci si riempie spesso la bocca con la necessità di fare sistema, bene, questo è il momento di concretizzare il concetto. Dal sindaco, agli assessori, dai consiglieri comunali alle segreterie dei partiti, fino ai miei colleghi del consiglio regionale, a cominciare dagli eletti di Gallarate, sono tutti invitati ad intervenire alla riunione che, nei tempi più brevi e nei modi dovuti, spero possa essere convocata già nelle prossime ore”.

Garantire efficienza e funzionalità

Il rischio è che si finisca per produrre uno dei tanti documenti che rimangono inevasi sul tavolo di Attilio Fontana, dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso e, morta lì. “Non credo che una simile presa di posizione possa essere disattesa. Certo, bisognerà indicare anche delle possibili soluzioni. Le troveremo tutti assieme con l’intento, mi permetto di affermare, di arrivare a una sintesi che possa riproporre l’operatività dei reparti ora dismessi o in via di dismissione. Lo richiedono innanzitutto il diritto alla salute dei cittadini, poi l’esigenza di non sovraccaricare l’ospedale di Busto Arsizio e, infine, la gloriosa storia di un nosocomio come il Sant’Antonio Abate che non merita affatto di essere vanificata, una storia di generosità, di impegno e serietà professionale che, negli anni, hanno garantito efficienza e funzionalità”.

Una task force per il Sant’Antonio Abate

Le lacune numeriche degli organici, però… “Il direttore generale dell’Asst Eugenio Porfido ribadisce che non ha strumenti per coprire i vuoti. Non possiamo dargli torto – risponde Ferrazzi – Per questo tocca alla Regione risolvere i problemi. Come? C’è chi suggerisce di creare una task force di sanitari destinata proprio a Gallarate. Ma di questo parleremo al tavolo che spero di convocare senza esitazioni. Attendo soltanto le risposte dei miei colleghi politici e degli amministratori di Gallarate. Il tema, com’è facile intuire, è di tutti”.

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