Maroni tende la mano a Galimberti e lo sfida: «Pronto a riportare Varese in testa»

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VARESE – «Il mio impegno in prima persona per riportare Varese in testa». E’ tutto qui il peso politico del lungo intervento che Roberto Maroni ha letto in consiglio comunale nella seduta di lunedì 28 dicembre dedicata all’approvazione del Bilancio. Due pagine e mezza di intervento che trovano l’apice proprio all’ultima frase. Con la quale esplicita (senza dirlo a chiare parole) la sua candidatura a sindaco. E non a caso Maroni ha chiuso il suo discorso con “Varese in testa”, ovvero con quello che sarà lo slogan della sua campagna varesina.

Il discorso di Maroni in sintesi

Niente voli pindarici, perché «La terribile pandemia ha prodotto – e sta ancora producendo – danni incalcolabili al tessuto sociale e all’economia. Anche a Varese ». Qualche bordata all’amministrazione Galimberti: «Questo è un bilancio miope, dove manca la visione della nostra città proiettata sul futuro». Un passaggio sul fatto che «mancano i necessari finanziamenti per le reti telematiche e le nuove tecnologie» e una mano tesa a collaborare per “venir fuori tutti insieme” da questa situazione. Questo in sintesi l’intervento sul bilancio del consigliere Roberto Maroni.

Dalla pandemia alla corsa elettorale

La terribile pandemia che ha colpito l’Italia e il mondo intero ha prodotto -e sta ancora producendo- danni incalcolabili al tessuto sociale e all’economia. Anche Varese non é stata risparmiata, anzi. Nella nostra città e nell’intera provincia le conseguenze economiche del lockdown si faranno sentire a lungo, specialmente per le famiglie con basso reddito e per le imprese.

Dati da brividi

Le analisi di settore ci dicono che la pandemia ha impattato in modo inimmaginabile sull’industria varesina. Un dato su tutti: il calo Pil nella nostra provincia è stato del 12%, ben superiore alla media nazionale, ed è stato accompagnato da una flessione del tasso di assunzioni sul 2019 pari al 41%, nonché da un aumento vertiginoso della cassa integrazione. Nessun settore è stato risparmiato: attività manifatturiere (-47%), servizi alla persona (-49%), commercio (addirittura -60%). Nella nostra provincia si trovano in forte sofferenza anche l’industria alimentare e quella tessile (Dati Confartigianato Varese).

Siamo come in tempo di guerra, e allora faccio mio l’appello della Cisl Lombardia alle istituzioni: è fondamentale l’impegno di tutti sulle politiche attive del lavoro legate alle esigenze del territorio, sulle infrastrutture digitali e sulle imprese locali, per favorire l’occupazione e la competitività aziendale.

Nel quadro desolante che stiamo vivendo mi permetto tuttavia una nota di ottimismo, che deriva dal comportamento consapevole e avveduto dei varesini che hanno saputo rispettare le regole, dando prova di senso civico che va salutata con orgoglio.

Bilancio miope

Fatte queste premesse, mi pongo queste domande: il bilancio che questa amministrazione porta stasera all’approvazione è in grado di affromtare e risolvere le situazioni di crisi in atto? Le risorse stanziate sono sufficienti? E le proposte adeguate?
Al di là della buona volontà di qualche assessore, io credo proprio di no.

Questo è un bilancio miope, con una evidente prospettiva elettoralistica. Manca la visione della nostra citta proiettata sul futuro, mancano i necessari finanziamenti per le reti telematiche e le nuove tecnologie, manca l’ambizione di rimettere Varese al centro della sua provincia e (perché no) della Lombardia, sviluppando in modo più efficace la rete di relazioni con il sistema delle autonomie che fanno riferimento a Eusalp, la macroregione delle Alpi, in particolare con le province confinanti del Piemonte e con il Canton Ticino.

Varese merita di più

In questi anni i gruppi di opposizione sono sempre stati costruttivi nella critica e concreti nella proposta, ma quasi mai siamo stati ascoltati. Si contano a centinaia gli emendamenti presentati nelle varie sessioni di bilancio: solo la Lega ne ha presentati oltre 300 in 4 anni, e di questi meno di una dozzina sono stati accettati dalla maggioranza. E di quelli accolti alcuni addirittura non hanno avuto seguito, ad esempio quello che istituisce il Piano Regolatore delle Politiche Sociali. Che fine ha fatto quel piano, signor sindaco? O quello a sostegno dell’autonomia differenziata, che alcuni consiglieri di maggioranza vorrebbero depennare dal programma. Il tema autonomia mi è molto caro, come sapete, e su questo daremo battaglia. La brutta notizia è che a Roma ci prendono in giro: pochi giorni fa il governo ha deciso di stralciare dal collegato alla legge di bilancio proprio il DDL del ministro Boccia sull’autonomia.

Ma al di là delle polemiche, il vero peccato è che durante l’emergenza Covid, signor sindaco, non abbia voluto raccogliere lo stimolo di costituire quel tavolo di crisi con le opposizioni -richiesto dal consigliere Pinti – per concordare interventi efficaci e condivisi a favore di famiglie e imprese e garantire – soprattutto – una continuità tra il vostro ultimo bilancio (quello di stasera) e il prossimo, che, se i varesini vorranno, sarà approvato dalla nuova giunta di centrodestra.

La mano tesa

Non è mai troppo tardi per un utile ravvedimento: Le rinnovo quindi, signor sindaco, la mia disponibilità ad una collaborazione operosa nell’interesse esclusivo di Varese e dei varesini, e nel nome di una politica con la P maiuscola che antepone il bene comune agli interessi di partito.

Questo merita Varese: lo sforzo unitario di tutte le istituzioni del territorio, di chi governa oggi e di chi governerà domani, per guidare sulla via della ripresa e della resilienza una città che tanti poeti ed artisti hanno visitato ed amato, da Stendhal a Guttuso. Vogliamo trasformare Varese in una città di progetti e di futuro, capace di guardare oltre i confini dell’ordinaria amministrazione. È quello che sta facendo Regione Lombardia, che ha concesso in questi mesi generosi contributi per il nostro lago, per il nostro storico palazzetto e (da ultimo) per il restauro del dipinto di Guttuso al Sacro Monte.

Occhio a Roma

Ho parlato non a caso di “ripresa e resilienza” che sono i termini usati dal governo nel Recovery plan. Nelle prossime settimane a Roma verranno definiti i progetti da finaziare con i 209 miliardi contenuti nel piano. Il bollettino meteo della politica romana annuncia tempeste in arrivo da parte della componente renziana della maggioranza. La mia lunga esperienza in Parlamento e al Governo mi insegna che in questi casi il rischio di essere tagliati fuori dai benefici concreti, per una città come Varese, è piuttosto elevato. Il governo ha comunque assicurato che (se la tempesta renziana passerà) la governance del Recovery Plan sarà sussidiaria, e quindi dovrà interagire con le Regioni e i comuni, che altrimenti potrebbero avere problemi nella gestione dei progetti.

Ecco, anche qui, per fare l’interesse della nostra città propongo di unire davvero le forze, Varese, la Provincia e la Regione, per garantire al momento opportuno una trattativa più efficace con il governo, a tutto vantaggio dei nostri territori.

Questo merita Varese

Concludo esprimendo un auspicio per l’anno che verrà: che sia garantito l’impegno di tutti verso la nostra città, che -in questa grave crisi- diventa un dovere civico. Una responsabilità che sento io per primo e che rafforza il mio impegno in prima persona per riportare Varese in testa.

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