MORNAGO – «È un’opera attesa da anni dagli abitanti di Montonate. Finalmente, dopo tutto l’ iter burocratico e qualche battuta di arresto dovuta alla pandemia, inizieremo la realizzazione di un’infrastruttura per la mobilità sostenibile decisamente importante». Come annunciato ieri, mercoledì 8 ottobre, da Davide Tamborini, sindaco di Mornago, entro fine mese partiranno i lavori per mettere in sicurezza un tratto di strada della frazione particolarmente pericoloso per la percorrenza ciclopedonale.
Il ponte sul rio Montano
A fianco della sede stradale di via Dante Alighieri verrà realizzato un marciapiede di circa quattrocento metri. «L’infrastruttura collegherà il centro abitato di Montonate con il suo cimitero, permettendo ai pedoni di percorrere in assoluta sicurezza, uno dei tratti di strada più pericolosi del nostro Comune», ha spiegato Tamborini. «È previsto un ponte per il superamento del rio Montano, con il relativo rinforzo degli argini esistenti per un maggior deflusso delle acque, e sarà riqualificata l’area antistante l’edicola di San Carlo, valorizzando così il patrimonio artistico del nostro territorio».
Il valore globale dell’operazione, comprensivo di lavori, progetto, direzione lavori, sicurezza, monetizzazione aree, Iva e imposte, ammonta a 178mila euro, finanziato per 97mila euro con fondi propri del bilancio comunale e 81mila euro dal contributo concesso da Regione Lombardia previsto nella legge 9/2020.
Il piano sulla mobilità sostenibile
«Si tratta del primo dei diversi interventi che realizzeremo sul territorio del Comune e che vedranno la luce quanto prima», ha sottolineato Maurizio Bigarella, assessore ai Servizi sociali che abita proprio a Montonate. «Fanno parte di un piano per la mobilità sostenibile voluto e pianificato da tempo dall’amministrazione comunale».
«Siamo soddisfatti per i risultati che l’amministrazione di Viviamo Mornago sta ottenendo e contenti di aver mantenuto un’altra promessa fatta ai cittadini», ha concluso Tamborini. «Siamo passati dalle chiacchiere ai fatti concreti perché “cambiare le cose” non è solo un proclama elettorale, ma un dato di fatto».
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