Frode fiscale: sequestrati a impresa di Morazzone 9 milioni in paradisi offshore

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MORAZZONE – I finanzieri di Milano hanno sequestrato, su delega della Procura della Repubblica meneghina e in particolare del sostituto procuratore Paolo Storari beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro, nei confronti di un’impresa italiana, con sede a Morazzone, attiva nel settore della fabbricazione di macchinari per l’industria della plastica.

Evasione da 10milioni grazie ai paradisi fiscali

L’impresa italiana colpita oggi, giovedì 20 maggio, dal provvedimento cautelare avrebbe – secondo gli inquirenti – trasferito fraudolentemente all’estero parte dei propri ricavi per sottrarli al fisco italiano e poi dirottarli su conti off-shore, attraverso un sofisticato meccanismo di frode fiscale, attuato mediante interposizione fittizia e utilizzo strumentale di limited companies in Inghilterra e nelle British Virgin Islands che hanno consentito alla medesima società di evadere imposte per oltre 9,5 milioni di euro tra il 2010 e il 2018.

Due indagati per frode fiscale

Complessivamente, due soggetti risultano indagati, a vario titolo, per i reati di frode fiscale, aggravata dalla finalità di consentire a terzi di commettere il delitto di riciclaggio e per il contributo fornito per commettere gli illeciti da parte di un più articolato gruppo criminale organizzato in ambito transnazionale, operante tra il Regno Unito, il Lussemburgo, la Svizzera e le Isole Vergini Britanniche.

Network internazionale di professionisti

Il provvedimento di sequestro si inserisce nell’ambito di una più ampia attività d’indagine, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e diretta ad approfondire la posizione di consulenti tributari operanti a livello internazionale, che offrono strumenti per realizzare illecite strategie di pianificazione fiscale; in particolare, l’attività investigativa avrebbe permesso di ricondurre ad un network internazionale di professionisti alcuni veicoli societari esteri, utilizzati da imprese italiane per sovrafatturare costi oppure sottofatturare vendite e poi trasferire i profitti dell’evasione fiscale verso paradisi fiscali attraverso società con sede nelle Isole Vergini Britanniche.

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