Cinque comuni piangono il maresciallo Romani stroncato dal Covid

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MORNAGO/SUMIRAGO – Aveva 74 anni Giuliano Romani, il maresciallo per antonomasia dei carabinieri. Se l’è portato via il Covid, dopo una vita dedicata all’Arma e alla famiglia. Poco meno di trent’anni al comando della stazione di Mornago, che ha giurisdizione anche nei Comuni di Sumirago, Casale Litta, Crosio della Valle e Inarzo, con un’abnegazione esemplare al servizio della comunità. Dal 1980 al 2006, Romani, poi promosso luogotenente, ha vigilato su un territorio vasto, cercando di assicurare serenità con il contrasto alla malavita e al malaffare, agendo tra la gente e per la gente, in ossequio allo spirito che lo aveva indotto, fin dagli anni Sessanta, a indossare la divisa.

Uomo buono quanto determinato e inflessibile nelle circostanze di servizio, Romani, originario di un paese in provincia di Frosinone, ha sempre svolto l’attività nelle caserme del Varesotto, prima di trasferirsi definitivamente a Mornago, fino al collocamento a riposo nel 2006 . L’anno successivo tentò anche l’avventura politica candidandosi a sindaco nel Comune di Sumirago. Non fu eletto, ma nella sua nuova veste di candidato mise la stessa passione che lo aveva caratterizzato nella professione. Fin dal giorno della pensione è sempre stato attivo nella locale Associazione dei Carabinieri in Congedo.

Ricoverato da alcuni giorni alla Maugeri di Tradate, Giuliano Romani (ora abitava a Castronno, lascia la moglie, due figlie e una nipotina) ha combattuto contro il virus con tutte le sue forze,  purtroppo ne è stato sopraffatto anche per la presenza di alcune patologie che non l’hanno di certo aiutato.

Se l’Arma avesse bisogno di un esempio per rappresentarne l’immagine e la dedizione in favore della collettività può certamente ricordare Giuliano Romani: nessuno potrebbe smentirla.

La data dei funerali non è ancora stata resa nota.

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