Multe all’estero, finita la pacchia

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di Antonio Laurenzano

Con la primavera arrivano le prime occasioni per una vacanza in auto oltre confine. Tanti itinerari, tante belle città da visitare, ma …. attenzione alla guida e al codice della strada. Per anni guidare con targa italiana all’estero, per qualche automobilista indisciplinato, ha significato sfidare la sicurezza stradale nella certezza di non pagare eventuali multe. E non era certamente un fenomeno marginale.

Secondo un recente studio della Commissione europea il 15% delle multe per eccesso di velocità veniva comminato a guidatori di altri Paesi, con picchi del 25% in Francia. Fino a poco tempo fa le autorità straniere rinunciavano a riscuotere le sanzioni notificate a veicoli
extra-nazionali, sia per la difficoltà nell’identificare il trasgressore, sia per la differente normativa vigente nel Paese dell’automobilista multato. Ma ora l’era delle multe non pagate appartiene al passato. La pacchia è finita per effetto dell’entrata a regime del sistema di notifica all’estero delle multe stradali e applicazione delle sanzioni pecuniarie in generale.

laurenzano multe esteroTutti i 28 Paesi membri dell’Unione europea hanno infatti aderito alla “rete di reciproco riconoscimento” delle multe grazie al “cross border”, un sistema che consente di realizzare un interscambio dei dati di immatricolazione dei veicoli e dei dati sulle violazioni delle norme del Codice della strada in tutta l’Unione. Il sistema è limitato a otto tipi infrazione: eccesso di velocità, uso telefono cellulare alla guida, mancato uso della cintura di sicurezza, mancato uso del casco sulla moto, mancato arresto a semaforo rosso, guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, circolazione su corsia vietata.

Le multe stradali estere che arrivano ora in Italia conviene pagarle! Mai più cestinarle come si faceva in passato, perchè la multa viene riscossa come se venisse dall’Italia. E poco conta se la notifica avviene con posta ordinaria (dipende dalla legge dello Stato mittente che non sempre prevede una raccomandata) e né che sono, eventualmente, trascorsi più di 90 giorni dall’infrazione, come in Italia. Nessuna prescrizione da invocare: i tempi di notifica variano da Paese a Paese, da un anno (che è lo stesso termine italiano se il destinatario è all’estero) fino a cinque anni. Insieme al verbale della multa presa all’estero, il conducente riceverà un modulo di risposta per richiedere eventuali correzioni o per fare opposizione, entro 60 giorni dalla notifica (nella lingua del Paese della violazione). Se invece si riconosce la violazione, il soggetto non ha alternative: pagare! In caso contrario, ed è questa la novità, l’autorità estera invierà il fascicolo alla Corte d’Appello italiana competente che, in caso di “riconoscimento della multa”, con udienza in Camera di Consiglio, attiverà la procedura coattiva di riscossione secondo le regole penali italiane.

L’incasso della multa e delle spese di giudizio andrà allo Stato italiano, salvo diverso accordo con lo Stato estero dove è stata commessa la violazione. Norme più severe per le multe prese e non pagate in Svizzera, che è fuori dall’Ue: sequestro del salario per i frontalieri, mentre per gli altri “furbetti” passaggio in dogana a rischio con fermo di polizia per l’immediato pagamento o … commutazione della multa in giorni di reclusione. Si volta pagina. Tempi duri per i “distratti” al volante. Buon viaggio e occhio al codice della strada!

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