Basta indugi. I soldi del Next Generation EU devono arrivare il prima possibile

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Davanti all’inadeguatezza degli strumenti comunitari, la svolta politica del piano Next Generation EU vede l’Unione abbandonare per la prima volta i dogmi dell’ortodossia di bilancio introducendo delle forme di indebitamento comune e virando con decisione verso una politica di investimenti pubblici per l’ambiente e l’occupazione. “L’andamento dell’emergenza sanitaria causata dal Covid richiede all’unione Europea la massima tempestività nella messa in campo di tutte le misure necessarie. Per questo mi auguro che siano presto superati i tentativi di rallentamento”. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 9 Ottobre per sollecitare la definizione del piano proposto dalla Commissione Europea. Noi italiani ci troviamo di fronte ad un bivio di importanza storica: Basta indugi! I soldi del Next Generation EU devono arrivare il prima possibile!

Ma di quanti soldi stiamo parlando? Si tratterebbe di ben 750 miliardi totali di cui 360 di prestiti e 390 a fondo perduto. Di questi 750 miliardi l’Italia dovrebbe averne a disposizione 127 miliardi di prestiti e 82 miliardi a fondo perduto per un totale di 209 miliardi, un importo che rappresenta una quantità di soldi mai vista. Come saremo in grado di averli e di spenderli? Sulla base di quali priorità e di quali investimenti? Il primo problema è sicuramente quello occupazionale. In Europa l’epidemia ha messo in ginocchio l’economia con 10 milioni di lavoratori in meno e con 19,3 milioni di cassa integrati in più. Per l’Italia la crescita occupazionale è in notevole peggioramento -7,8%; il Pil dallo -0,3% del 2019 al -10% nel 2020; i consumi dallo -0,4% del 2019 al -11,1% nel 2020; gli investimenti dal -1,6% del 2019 al -15,8% nel 2020; le esportazioni dall’-1% del 2019 al -14,3% nel 2020. Questi dati relativi a quattro fondamentali indicatori che fotografano la situazione nel 2019 e nel 2020 rappresentano in maniera seria e preoccupante la condizione in cui si trova l’Italia a seguito della pandemia. Il nostro Paese si trova tra “risalita e declino”. Il secondo problema riguarda la sostenibilità ambientale che richiede un piano di investimenti in grado di invertire la rotta. Come sollevato anche nel confronto organizzato della sezione Varesina del Mfe con due Sindaci europeisti del nostro territorio, Gianni Corbo e Silvio Aimetti,  è essenziale che Next Generation EU sia orientato a scelte di carattere strutturale con l’obiettivo di una crescita economica e occupazionale mediante un piano decennale di investimenti sia nei settori della green economy che in quelli della digitalizzazione pubblica e privata. Settori chiave per la ripresa occupazionale anche in ambito giovanile.

La sfida esistenziale della pandemia e della ripartenza  ha permesso i seppur temporanei progressi di Next Generation EU. Non possiamo sprecare l’occasione della finestra di opportunità per un grande progetto federale che si è aperta in questo momento storico.   La Conferenza sul Futuro dell’Europa per noi federalisti rimane un impegno ed un obiettivo strategico fondamentale. Il nostro compito è di rivendicarla, chiedendo con forza al Governo (tramite il Parlamento) di impegnarsi in tal senso, sfruttando a questo scopo il clima favorevole che si respira nel Paese grazie al sostegno previsto da Next Generation EU. Questo è l’obiettivo della campagna che impegnerà il Movimento Federalista europeo nei prossimi mesi. L’avvio della conferenza è pertanto la cartina di tornasole dei rapporti di forza tra chi vuole cambiare l’Unione Europea e chi invece resta legato allo status quo. L’Unione e il suo futuro hanno un impatto centrale sulla vita dei cittadini e per questo riteniamo fondamentale che siano oggetto di un dibattito ampio e consapevole, che come Mfe di Varese ci impegniamo a portare avanti anche nel nostro territorio.

Dario Terreni – Presidente MFE Varese
Matilde Ceron – Segretaria MFE Varese

Europa, come ripartire? Alfieri e Majorino su Zoom con Mfe Varese

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