Busto, Campus Beata Giuliana: “sparisce” l’Acquaverde, azienda forte del pool Noka

centro commerciale palaginnastica

BUSTO ARSIZIO – Palaghiaccio e Campus di Beata Giuliana: si aprono le buste, ma sparisce una delle aziende del pool. Accanto alla Noka service e all’Antonelli impianti, non c’è più l’Acquaverde Costruzioni. Però, troppe cose ancora non tornano sull’intera vicenda.

Passi l’errore di scrittura nei documenti dell’amministrazione, decisivi per far venire a galla che di Noka, in campo per un progetto da (cifre aggiornate da voci ben informate) oltre 30 milioni di euro, sono due, di cui una fallita. Passi anche la giustificazione più volte “venduta” da Palazzo Gilardoni sullo slittamento dei termini di consegna (spostati per ben 4 volte) che a frenare il tutto fossero i documenti digitali “pesanti” da caricare sulla piattaforma online. Ma al netto di tutto questo c’è anche un altro colpo di scena: dell’Ati di partenza, ovvero l’associazione temporanea d’impresa, manca l’Acquaverde, ovvero la realtà economicamente più importante del gruppo che ha lavorato alla presentazione del project financing. Che si è sfilata. Quando, come e perché non è dato saperlo. Sul tema Palazzo Gilardoni ha blindato tutto. Mai una comunicazione o una spiegazione da parte del sindaco Emanuele Antonelli, il quale, in tutti questi mesi, sulla questione ha dispensato solo annunci. Tutti slittati o caduti nel vuoto.

Brugnone, Cornacchia e il pacco di Natale

Il primo mistero del Campus scoppia in consiglio il 21 dicembre 2019, quando il consigliere di Italia Viva Massimo Brugnone si accorge che nella delibera di giunta votata solo qualche giorno prima, tra le aziende che hanno presentato il progetto, c’è anche la Noka srl, con sede a Besnate. Impresa dichiarata fallita dal tribunale di Busto Arsizio il 2 agosto 2019. Solo un errore di trascrizione nel documento, rassicura il sindaco in sala Esagonale. Ma di fatto sotto l’albero il pacco a sorpresa ha spiazzato tutti.

Tanto che alla segnalazione di Massimo Brugnone è seguita un’interrogazione depositata dal consigliere Diego Cornacchia il quale invitava a imporre uno stop per via dei «troppi i punti oscuri sui quali il sindaco Emanuele Antonelli, sornione qual è, dovrebbe fare luce in consiglio comunale». L’interrogazione consigliare è tutt’ora da discutere perché Covid e lockdown hanno di fatto reso difficoltosi i lavori consiliari.

Partiti in un modo arrivati in un altro

Il punto della situazione a oggi segna l’apertura delle buste. O meglio dell’unica proposta arrivata. Che poi è quella dei proponenti del project, ovvero per intenderci quella che ha per azienda capofila proprio la Noka Service. E secondo alcune indiscrezioni però l’Acquaverde non sarebbe più tra le aziende interessate a realizzare il progetto. Un dettaglio non da poco, sia perché l’impresa sarda era quella che si sarebbe occupata della parte edile, sia perché del pool di aziende, era considerata, sotto il profilo economico, quella con la maggior capacità di operatività economica.

Certo, al posto dell’impresa sarda, sono subentrate la Isol Sistem e Elphi Vm, oltre alla Antonelli Impianti e alla Noka Service (già presenti tra i proponenti originari del piano). A questo punto però la prima parte del percorso è in dirittura d’arrivo. L’apertura delle buste, infatti, presuppone anche la valutazione dell’offerta pervenuta e la presenza di tutta la documentazione. E dovrebbe fugare tutti i dubbi che, anche per la scarsa comunicazione istituzionale, sono rimasti sospesi. A partire dalla stima effettiva dell’operazione che, qualche mese fa era di circa 22 milioni di euro e che le indiscrezioni ora vogliono essere lievitata fino a 34 milioni di euro. Dubbi che in tempi diversi hanno manifestato sia i consiglieri di minoranza, sia da esponenti della maggioranza stessa.

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