«No ampliamento. A Malpensa la priorità è mettere in sicurezza le strutture»

Masterplan Malpensa cargo city

Giorni fa, nella sede regionale, si è svolto un incontro tra i sindaci del CUV, SEA e Regione Lombardia sul Masterplan 2035 riguardante Malpensa. Tramite la stampa si sono apprese le conclusioni dell’incontro che è avvenuto, con due posizioni in contrasto tra loro. Da una parte Regione Lombardia che dichiara l’ottimo risultato dell’incontro, stilando alcuni spunti per il proseguo dei lavori, dall’altra gli Enti locali che restano perplessi sul risultato, evidenziando che gli interventi infrastrutturali attesi da più di venti anni non sono mai stati realizzati. Va detto però che i sindaci erano andati a Milano con un’illusione, alimentata da Fontana, ovvero realizzare ciò che tempo fa era legale, ma che è oggi illegale. Infatti costruire infrastrutture ad un unico scopo (collegare Malpensa) è un piano e come tale va sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Gli anni sono passati, oggi l’Italia è sottoposta ad una più completa legislazione e Malpensa non fa eccezione. Evidentemente i funzionari regionali se ne erano accorti e avevano dato lo stop alla realizzazione delle infrastrutture che a parere dei sindaci sono indispensabili.

Noi comitati evidenziamo che oltre a quanto previsto dal Piano d’Area Malpensa, scaduto nel 2009 e mai aggiornato, ci sono alcuni problemi strutturali legati all’aeroporto che si sono palesati recentemente, dovuti all’allagamento di Malpensa e riguardanti anche la sicurezza dei passeggeri e degli addetti al lavoro. Questo evento non è sporadico ma si è manifestato in varie occasioni ed è in parte dovuto ai cambiamenti climatici. Ci riferiamo agli allagamenti pregressi del Terminal 1 e il cedimento del suo tetto nel maggio 2015.

I comitati, di fronte a queste confuse prese di posizione, si domandano se sia utile portare avanti un ulteriore sviluppo aeroportuale, come previsto dal masterplan, o se sia il caso, prima di pensare a questa notevole iniezione di investimenti, sia necessario e prioritario mettere le strutture esistenti in sicurezza. Inoltre, sempre nello stesso incontro, è emersa l’intenzione di attuare le compensazioni e mitigazioni ambientali per bilanciare il consumo di suolo derivato dalle nuove strutture previste nel piano. Ma anche su questo tema dobbiamo rilevare che il territorio intorno a Malpensa attende interventi ambientali indispensabili da tempo e mai concretizzati, come le prescrizioni del Decreto d’Alema, o le mitigazioni contenute nel vecchio Piano d’Area.

Al tavolo regionale è stata ripresa l’annosa questione dell’impronta acustica. Anche in questo caso vogliamo evidenziare una palese contraddizione tra il dire e il fare. Infatti teniamo a sottolineare come a Malpensa vengano violate le Direttive europee inerenti all’applicazione di nuovi sistemi di rilevamento previsti e mai realizzati. Inoltre non sono mai stati resi pubblici i dati puntuali e giornalieri del rumore aereo (non le medie che non sono significative per la salute umana) richiesti più volte da UNI.CO.MAL. Anche in questo caso ci sembra doveroso affermare che è prioritario tutto ciò che è previsto dalla legislazione vigente e in particolare la sua applicazione e il controllo da parte degli enti istituzionali preposti.

Direttivo Uni.Co.Mal

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