Non cè solo il Covid. Busto in pista per le elezioni: torna in auge Gigi Farioli

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BUSTO ARSIZIO – Il gran ballo delle candidature per le elezioni è già iniziato. Certo, la politica non lo dice ufficialmente e si scherma con l’emergenza del dopo quarantena. Ma dietro le quinte si sono aperte le danze per incoronare il papabile, all’interno del centrodestra, alla poltrona di sindaco di Busto.

Forte perché l’unico. Al momento

In questo momento il nome più accredito è quello di Emanuele Antonelli. Per tanti motivi: è il sindaco uscente, ha nell’armadio l’abito “alla moda” del civico (anche se ha dimostrato di essere lesto nell’indossare i panni del politico), c’è penuria di nomi alternativi in tutti i partiti della coalizione e nella coalizione ci sono partiti che non hanno più la forza (Italia) di imporre l’uomo giusto. Ultimo, ma non meno importante, Emanuele Antonelli è (al momento) l’unico (qualcuno usa il termine in senso politico “solo”) sulla piazza. Ragioni che rafforzano l’ambizione al bis del primo cittadino, ma che sono al contempo la sua debolezza. Soprattutto, Lega permettendo.

Il Gigi ter

Le bocche cucite a Busto, si scuciono a Varese. Da un paio di settimane, infatti, negli ambienti politici della Città Giardino gira, come possibile candidato e competitor, il nome di Gigi Farioli. Tenuto in naftalina dallo stesso Antonelli, che gli ha negato (e che avrebbe potuto gestire senza grandi problemi) un posto al sole nella sua giunta per il timore (mai rivelato) che gli facesse ombra. E non solo per l’abissale differenza di stazza fisica dei due. L’ipotesi di una ricandidatura di Farioli, dicono i ben informati, pare sia stata concepita da Forza Italia stessa. O meglio dai vertici commissariali Caliendo – Taldone, che per il momento, “aumm aumm”, hanno garantito il sostegno lungo questo percorso pieno di insidie e ancora tutto da costruire. Per ora possiamo dire che “Gigi c’è“.

Nel cilindro del Carroccio

Per la candidatura del futuro sindaco si dovrà passare, o forse partire, da qui. La Lega a Busto, a meno di tracolli, è oggi la locomotiva del centrodestra e, non solo sulla carta, ha i numeri per mettere lì il nome. Ma la domanda è: “Ce l’hanno?”. Forse sì. Quale? Più di uno: da Paola Reguzzoni, che in questo mandato ha spesso dettato i tempi all’amministrazione in sella, dato la scossa e (come con il maxi emendamento anti crisi) segnato la rotta da seguire, a Manuela Maffioli, prima assessore, ora anche vicesindaco e che ha ridato alla città un respiro culturale meno provinciale.

O forse no. Nel senso che, dicono autorevoli fonti padane, la Lega ha al momento un paio di identikit in mano (e forse non solo) che potrebbero portare a una soluzione che scompaginerebbe ogni piano, ma davanti alla quale sarebbe difficile dire “no”. Ovvero si sonda fuori dalla politica per trovare un profilo d’alto livello nel mondo dell’imprenditoria o tra i professionisti di Busto.

O forse nì. Nel senso che, qualora tramontassero le ipotesi di bandiera e non prendessero corpo le ambizioni di un nome nuovo e fuori dagli schemi, i leghisti bustocchi potrebbero convergere su Farioli. Un déjà-vu che trova però fondamento nel fatto che in molti (e non più solo a Busto) stanno pensando a “un dopo Antonelli senza Antonelli“.

I conti vanno fatti con l’oste

Mai fare i conti senza l’oste. Che in questo caso sono Fratelli d’Italia. Dentro al partito, ufficialmente, tutti fanno ponti d’oro al sindaco di Busto. Ma si sa che questi toccano al nemico. Ora, sia chiaro, il primo inquilino di Palazzo Gilardoni non è considerato tale da Fratelli d’Italia. Piuttosto un amico da guardare con un certo sospetto. Tanto che, più fuori che in città, sono in molti a non aver apprezzato il giochino “dell’entro o non entro” nel partito messo in atto dallo stesso Antonelli per tenersi aperto più porte. «A voler tenere il piede in due scarpe – commenta qualche Fratello d’Italia – si rischia poi di correre a piedi nudi“. Un adattamento di un proverbio che rischia di essere una sentenza. Tombale sul bis del sindaco sceriffo.

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