Gli impegni del neo-presidente Lilt Varese Pellerin: continuità, formazione, umanità

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Ivanoe Pellerin

BUSTO ARSIZIO – Continuità sulle iniziative, grande attenzione alla formazione, volontà di riscoprire l’umanità che è alla base del lavoro di cura, maggiore spinta sulla comunicazione. «Ma la Lilt sono soprattutto i volontari e i soci, senza il loro lavoro e impegno, senza il loro generoso contributo alle attività, non ci sarebbe la Lilt». Inizia così, con alcuni impegni ma soprattutto con il riconoscimento al ruolo chiave dei volontari, il mandato di Ivanoe Pellerin alla presidenza provinciale della Lilt-Lega italiana lotta contro i tumori. Bustocco, già direttore dell’unità operativa di cure palliative e terapie del dolore dell’ospedale di Legnano, di cui è stato anche per 18 anni membro del comitato etico, Pellerin succede all’ormai storico presidente Franco Mazzucchelli, anch’egli bustocco, dopo 17 anni di mandato. E proprio a Busto, storico “cuore” dell’associazione di cui fu primo presidente Giuseppe Solaro, la Lilt varesina ha la sua sede, in piazza Plebiscito.

La prima intervista

«Ho trovato molte cose da fare, molte altre che si possono fare e molte altre che si devono fare» spiega Ivanoe Pellerin, neo-presidente della sezione varesina della Lilt. «Ci sono alcuni punti che stanno particolarmente a cuore: il supporto psicologico e psico-oncologico, il servizio di accompagnamento dei malati verso le cure oncologiche, le campagne di prevenzione e di educazione sanitaria, mai sufficienti. L’impegno per il welfare aziendale, che trova sempre più riscontro, e l’impegno alla formazione, essenziale. Una formazione forte e completa del volontario, che deve sapere cosa e come fare, entrando in punta di piedi nelle strutture sanitarie». Non mancherà la continuità, visto che Pellerin ha trovato «certamente un terreno ben coltivato». Ma se da un lato il neo-presidente è convinto che la Lilt «debba essere rappresentata e fatta conoscere ancora di più», dall’altro non si può non tenere conto del fatto che il fenomeno del cancro è ancora «un problema gigantesco, che colpisce un numero enorme di persone». Sono 371mila infatti in Italia le “prime diagnosi” dell’ultimo anno. «Grazie ai progressi della scienza la sopravvivenza è aumentata, ma non sono stati risolti tutti i problemi, in particolare quelli legati alla qualità della vita – sottolinea Ivanoe Pellerin – il cancro non è solo da combattere, ma anche una malattia cronica, per i sopravvissuti. Sono da sostenere con sforzi e iniziative adatte per le patologie croniche». Dall’altro lato ci sono gli “inguaribili”, che «hanno bisogno di cure specifiche, perché nessuno si senta abbandonato».

L’eredità di Mazzucchelli

«Rispetto a quando ho iniziato questa esperienza, è cambiata la struttura sociale oltre che sanitaria – il bilancio tracciato dal presidente uscente Franco Mazzucchelli, alla guida della Lilt provinciale dal 2002 al 2019 e attualmente presidente onorario – la sezione varesina è arrivata ad essere riconosciuta a livello nazionale per tre traguardi significativi: è stata tra le prime in Italia ad interessarsi delle cure palliative, offerte a 1500 assistiti per un milione e mezzo di euro di spesa, soldi fatti risparmiare al sistema sanitario; per l’apertura dell’ambulatorio di prevenzione oncologica di via Venegoni, che dà risposte in tempi rapidi contribuendo con 6000 visite effettuate a non ingolfare le liste di attesa; e per aver avviato il welfare aziendale, per le diagnosi precoci dei dipendenti, nelle aziende come Yamamay e Leonardo, e nei Comuni di Busto, Gallarate, Gorla Maggiore e presto Sesto. Penso sia un bel terreno per continuare a lavorare».

Mondo Lilt

La sezione varesina della Lilt è formata da sei delegazioni (Busto, Gallarate, Saronno, Sesto Calende, Valcuvia e Varese) e conta su circa 1500 soci e 150 volontari formati, che operano nei 7 ambulatori presenti sul territorio. Il suo “core business”, come spiega il vicepresidente Giovanni Trotti, è rappresentato da «diagnosi precoce e prevenzione dei tumori, poi ci siamo anche adattati a fare assistenza. Abbiamo saputo rinnovarci e rivendichiamo la nostra serietà e credibilità». E un segnale inequivocabile della salute di cui gode l’associazione è dato dal fatto che «i nostri volontari non diminuiscono». Il perché lo sintetizza la segretaria Valeria Cozzi: «È il grazie che ci dicono i pazienti a darci la gratificazione per andare avanti».

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