Oggiona, l’ex assessore Colombo contro il sindaco: «Manca trasparenza»

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OGGIONA CON SANTO STEFANO – Il 27 novembre è stato convocato il consiglio comunale a Oggiona con Santo Stefano. Come in tutti i Comuni della provincia di Varese – e non solo – le sedute sono a porte chiuse a causa dell’emergenza Covid, salvo la possibilità di renderle pubbliche attraverso l’utilizzo di piattaforme streaming. Una questione di trasparenza amministrativa. Proprio il concetto su cui fa leva Piero Colombo, ex assessore esterno al Territorio e all’Urbanistica e ormai spina nel fianco del sindaco Stefania Maffioli. Perché a Oggiona il consiglio non verrà reso pubblico, nemmeno tramite canali dedicati. La tecnologia qui non è ancora arrivata e Colombo chiama in causa l’assenza di trasparenza: «Sono certo che questa sia una scivolata sulla classica buccia di banana», punzecchia l’ex assessore. «E sono sicuro che i prossimi consigli verranno trasmessi in streaming. In modo che la trasparenza diventi una realtà anche per quest’amministrazione».

«La trasparenza ha perso»

Le norme anti-Covid hanno imposto un nuovo modo di fare politica. E la possibilità di ritrovarsi per discutere i punti del giorno di un consiglio viene offerta dalla tecnologia. Basta cogliere l’occasione. Questo il concetto espresso da Colombo, che ne fa «un problema di volontà» da parte del primo cittadino. E anzi punta il dito: «Il sindaco non è nuova a queste chiusure», dice. «Viene ricordata, nel 2004, per un’operazione di censura su “Informatore Comunale” (periodico edito dal Comune di Oggiona con Santo Stefano, ndr)».
E ancora, Colombo accusa il sindaco di «non avere accettato la mia proposta di far partecipare i cittadini al consiglio del 23 giugno scorso, per un punto che li interessava direttamente». Con la conseguenza che «sono stato messo in minoranza. E quindi mi sono dimesso perché in dissenso con la sua linea politica». Per Colombo, in quel contesto, «la trasparenza ha perso».

Il rapporto coi cittadini

L’ex assessore presenta il suo punto di vista e incalza citando i punti del giorno del prossimo consiglio. Parla di un’amministrazione che, per esempio, «perde anche nelle risposte al cittadino», alludendo a una domanda presentata il 9 settembre: «Questa è la più clamorosa – dice – bisogna rispondere entro trenta giorni. Qui ne sono passati oltre sessanta». Ma non basta. Facendo riferimento al punto 2 che verrà affrontato al prossimo consiglio, chiama in causa una «delibera non pubblicata sull’albo pretorio prima della convocazione della seduta, togliendo ai consiglieri comunali la possibilità di verifica, e al cittadino l’informazione». La conclusione vien da sé: per Colombo, manca trasparenza.

Punti tecnici e politici

L’ex assessore prosegue con gli accenni al prossimo consiglio. Sia ai punti «più tecnici». Che a quelli «tipicamente politici», come il 5, ovvero un’interpellanza, e il 6, con le comunicazioni del sindaco. Perché in questi casi manca trasparenza da parte dell’amministrazione? Perché «il cittadino viene escluso». Se si parla di argomenti tecnici, per coinvolgere anche il popolo «basta incaricare un professionista e il problema è sicuramente risolto», commenta. Passando poi al sesto punto: «Quando si trattano argomenti politici il cittadino va coinvolto, senza ombra di dubbio». E su questa linea, affonda: «meno informazioni si danno, meglio è». Non solo, continua sostenendo che «di fronte a un’interpellanza della quale non si conosce né argomento né chi la presenta, è meglio far passare tutto in sordina. In questo modo si può gestire meglio il dopo, con informazioni più o meno attendibili. Creando confusione». E sulle comunicazioni del sindaco conclude: «Strano che avvengano solo ora, a porte chiuse».

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