OJM ultima, Ale Gent squalificato. C’è luce in fondo al tunnel?

Openjobmetis Varese ultimo posto
Alessandro Gentile

VARESE – A completamento della prestazione “psicopatica” di domenica, il Giudice Sportivo ha messo l’ombrellino nel long drink, sanzionando Alessandro Gentile con due giornate di squalifica (quindi out nelle trasferte di Sassari e Trento) per “aver tenuto un comportamento offensivo e aggressivo nei confronti degli arbitri, fatto che non degenerava per il pronto intervento dei suoi compagni di squadra”. La Pallacanestro Varese farà ricorso, confidando nella diminuzione della pena (1 giornata) da sterilizzare poi con una ammenda. Che si sommerebbe ai 1.000 di multa per “offese collettive e frequenti nei confronti degli arbitri e collettive e sporadiche nei confronti dell’allenatore avversario”. Il successo della Fortitudo contro Trieste fa ripiombare la Openjobmetis sul fondo della classifica e riapre quesiti sulla squadra e sul suo futuro.

In attacco tanti rebus, ma un solo Molten

La Openjobmetis di quest’anno ha tanti buoni giocatori, a livello individuale di qualità superiore a molte dirette concorrenti per la salvezza. La chiave di volta sarà far coesistere tanti terminali offensivi all’interno di un sistema gioco. Non a caso le due vittorie sono arrivate in un periodo che prevedeva forzatamente rotazioni limitate. Probabilmente questo è un rebus irrisolvibile, perché fino a prova contraria si gioca a basket con un solo pallone e tanti sono gli ego da saziare. Tra questi Alessandro Gentile (nella foto Alberto Ossola) è sicuramente il giocatore di maggiore personalità, che ha bisogno di un sistema di gioco particolare per essere innescato in attacco, ma che può e forse deve sapersi adattarsi anche in posizioni diverse (più “di sponda” e da equilibratore), come dimostrano le prove contro Trieste e Tortona. Se la squadra può avere un futuro, questo passa dalla evoluzione di Ale Gent. Per il resto tra assaltatori (Kell e Jones), tiratori (Keene, che non dovrebbe accontentarsi solo dello shoot, ma anche di muovere la squadra aggredendo il ferro in pick-and-roll), attaccanti estemporanei (Beane, giocatore fin troppo sottovalutato per il suo valore), lunghi dinamici (Egbunu, finalmente servito in movimento dinamico e con palla sopra il ferro e non più da situazioni in post basso), tutti possono e forse vogliono avere il pallone in mano per esprimersi al meglio. Ma il regolamento parla chiaro: un solo Molten sul parquet. E allora che fare? Potrebbe essere una buona idea quella di mischiare i quintetti con giocatori che sono funzionali alla squadra in situazioni di attacco secondario (De Nicolao in regia e in pressione sui portatori di palla, fondamentale nella rimonta contro Napoli, Sorokas sotto canestro, addirittura “eroico” contro Trieste e Tortona al di là dei suoi limiti tecnici e capitan Ferrero, sempre utile alla causa, soprattutto alla Enerxenia Arena).

Una difesa colabrodo

La difesa della Openjobmetis è per distacco l’ultima del campionato (87.1 punti di media subiti). Con queste cifre c’è solo la retrocessione. Troppo evidenti, a livello individuale, le carenze dei biancorossi, che non tengono mai in uno-contro-uno l’avversario diretto, che si incasinano sui cambi sistematici e che vanno a rimbalzare sotto canestro contro formazioni più atletiche. Non a caso le soddisfazioni sono arrivate con la zona (vittorie con Trieste e Tortona, secondo tempo con Napoli), soluzione che certamente è sempre una coperta corta contro i tiratori e che “deresponsabilizza” i difensori, ma che, allo stato dell’arte, è l’unico modo per difendere la propria area in una squadra di non-difensori (salvo accendere un cero a Padre Pio). Zona arma obbligata? Parrebbe di sì, anche se evidentemente non esclusiva nella sua concezione “classica”, ma piuttosto situazione sulla quale lo staff tecnico dovrebbe insistere con soluzioni adattate e da “alchimisti”. Non solo per proteggere il proprio ferro, ma anche per generare attacchi in contropiede e in transizione, a maggior ragione in una formazione ricca di assaltatori. Non abbiamo in tasca la tessera da allenatori (come ci è stato rinfacciato), ma sinceramente di meglio non ci viene in mente nient’altro.

A Masnago canta Napoli. Punita al supplementare una psyco-OJM (98-89)

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