Malpensa e l’Età del Bronzo facciale

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Quello di Malpensa è un territorio ormai inospitale, invivibile, insalubre e sterile, destinato a collassare su sé stesso nell’arco di una sola generazione. Per analogia lo si potrebbe paragonare ad un malato terminale su cui anziché tentare il tutto per tutto attraverso cure coraggiose, innovative o d’urto, si è scelto di praticare una fredda e cinica eutanasia. Eh sì, la politica locale, l’unica istituzione che avrebbe il potere (e il dovere) di cambiare in meglio il destino di decine di migliaia di persone, ha deciso di sferrare l’ultimo attacco alla vita (tecnicamente si può tranquillamente definire uno sterminio di massa). E in che modo? Beh, nel modo canonico che ha contraddistinto l’operato dei nostri amministratori negli ultimi 25 anni: attraverso ipocrisia, arroganza, ignoranza (dal verbo ignorare…) e, a questo punto siamo legittimati a pensarlo, anche tanta tanta malafede.
Qualche giorno fa i giornali riportavano dichiarazioni di vari sindaci del Cuv che denunciavano il fatto che il territorio è al collasso, che la circolazione stradale è in tilt e che le emissioni rumorose e gassose degli aerei sono intollerabili. Chi non conosce la storia di questo territorio potrebbe pensare a dei sindaci solerti, paladini delle comunità locali. Chi invece, anche solo minimamente, avesse seguito le vicissitudini politiche degli ultimi lustri sa che il comitato scrivente come gli altri attivi sul territorio avevano previsto e denunciato questo grave scenario già parecchi anni fa, ricevendo in cambio dagli stessi sindaci sordità, derisione e magari dispregiative etichette quali “reazionari”, “ambientalisti”, “fomentatori”, “anti-progressisti”, “signor No”, “No-tav”, eccetera eccetera. Ovviamente nessuno di noi ora si aspettava il riconoscimento, seppur tardivo, di qualche merito ma piuttosto ci saremmo aspettati da parte loro una presa di posizione in controtendenza. Un po’ come accade a scuola, anche gli alunni più asini alla fine, a forza di ripetizioni, imparano la lezione (della serie “meglio tardi che mai”). Ed invece? Colpo di scena: i nostri sindaci amano sollazzarsi nella propria ignoranza.
Vediamo quindi le varie reazioni dei sindaci allorquando hanno realizzato che il territorio sta collassando.

Sindaco di Casorate Sempione

In merito alla ferrovia Malpensa-Gallarate, a cui non si è mai opposto nei fatti, il sindaco di Casorate Dimitri Cassani ha persino “dimenticato” di denunciare le palesi violazioni di legge che riguardano l’istruttoria in corso. Parco Ticino, Demanio e Snam hanno chiesto all’ente proponente (Ferrovie Nord Milano) importanti integrazioni documentali sulla procedura di VIA (valutazione impatto ambientale). Nonostante tali integrazioni documentali non siano pervenute entro i limiti perentori stabili dalla legge, il tutto sta procedendo come se “nulla fosse dovuto” (queste sono testualmente le arroganti e sprezzanti parole usate dallo stesso ente proponente in risposta alla richiesta di attenersi alla legge). Il sindaco di Casorate che da sempre ha agito in favore di un’opera oggettivamente devastante ed inutile (per la quale sarebbe d’obbligo anche una VAS) è riuscito persino a smentire sé stesso quando con solennità affermava «visto che quest’opera è decisa al di sopra di me mi prodigherò almeno a vigilare che le procedure siano rispettate, secondo la legge». Che pena e che squallore.

Sindaco di Somma Lombardo

Altra illuminata e geniale soluzione al collasso arriva dal primo cittadino di Somma Lombardo, Stefano Bellaria. Siccome le strade dell’area Malpensa sono in tilt, la panacea prospettata dal sindaco Bellaria (e da molti suoi colleghi, sia chiaro) è quella di crearne di nuove. È un po’ come se davanti ad un incendio decidessimo di spegnerlo con una bella secchiata di benzina oppure come se, trovando il bagno di casa allagato, anziché riparare la tubatura decidessimo di aprire tutte le porte di casa per far defluire l’acqua. In effetti sarebbe bastata un po’ di creatività e ingegno da parte nostra per capire che i problemi non si risolvono partendo dalle cause bensì moltiplicandoli o spostandoli da un luogo all’altro. Quanto si impara da questi sindaci. 
Ma se per il traffico la soluzione è già stata trovata, il nostro Sindaco di Somma Lombardo si fa portavoce anche per annunciare le strategie per risolvere il problema delle emissioni acustiche e gassose degli aerei. «Chiederemo un tavolo tecnico a Sea in cui ribadiremo la necessità di un maggiore rispetto delle rotte di decollo pattuite e dei relativi monitoraggi». Anche in questo caso la soluzione era talmente semplice che noi fessacchiotti non l’avevamo nemmeno vista. Quattro chiacchiere con Sea che da sempre ha a cuore le sorti delle comunità locali ed improvvisamente gli aerei decolleranno in verticale e anziché scaricare Kerosene sulle nostre teste emetteranno incenso (oltre che oro e mirra). 
Infine sempre il sindaco di Somma con marcato avanguardismo si prepara con un bel piano formativo-professionalizzante ad accogliere festoso questa prorompente e inarrestabile crescita di Malpensa. Viste le immani opportunità occupazionali che intravede grazie alla crescita di Malpensa, ci domandiamo se ha pensato a formare anche una lunga serie di medici che si dovranno prendere cura dei suoi cittadini e chissà, magari, anche qualche becchino, visto che i medici i miracoli non li sapranno fare.

Sindaco di Arsago Seprio

Tra i vari Sindaci del CUV Claudo Montagnoli credo sia quello che abbia la fascia tricolore più consumata. Nonostante questo però sembra aver vissuto in qualche caverna se solo oggi inizia a lamentarsi della congestione causata da un territorio al collasso. Lui, insieme al suo pari grado di Casorate, si stanno accorgendo che piccoli paesi come Arsago e Casorate appunto, subiscono la diffusione magmatica del traffico veicolare che l’espansione di Malpensa sta comportando. Nonostante questo però il Sindaco di Arsago reclama nuove infrastrutture su tutto il territorio, soprattutto al di fuori dei propri confini comunali. Perché la spazzatura è sempre meglio nasconderla sotto lo zerbino.

Sindaco di Vizzola Ticino

Non abbiamo il piacere di conoscere personalmente il sindaco di Vizzola Ticino, Romano Miotti, ma dai fatti si evince come il tratto distintivo dei vari sindaci di Malpensa sia quello del totale disprezzo per il territorio e di chi lo vive. Il sindaco di Vizzola proprio pochi giorni fa si è presentato al grande pubblico rendendo pubblica l’approvazione di un progetto per la realizzazione di un colossale Trade Center. Questa “città commerciale” (l’ennesimo immenso ecomostro della nostra ridente provincia) è prevista in una delle zone maggiormente tutelate del Parco del Ticino a ridosso proprio dell’aeroporto. L’aberrazione di tale decisione la si può intuire pensando che questo piccolo paese di 500 anime, tra l’altro con valenze di ordine paesaggistico e storico-culturale (vedasi l’azienda Caproni), sta letteralmente mercificando il proprio territorio consentendo la realizzazione di un ripugnante complesso che ospiterà decine di migliaia di persone al giorno. Evidentemente anche il sindaco di Vizzola è persona coerente e lungimirante perché attraverso questa prodezza da guinness dei primati non solo risolverà il problema del traffico a ridosso di Malpensa ma, immaginiamo, permetterà ai futuri 40/50 milioni di passeggeri dell’aeroporto di arrivare puntualissimi, magari in anticipo, a prendere l’aereo. 

In attesa di riposte

Ecco quindi spiegato il motivo per cui, ad oggi, dopo tanti anni, lo scrivente comitato non ha ancora ricevuto alcuna risposta in merito a domande tanto semplici quanto scomode, evidentemente: se la condizione attuale è considerata sostenibile dai Sindaci, quanto potrà ancora crescere l’aeroporto di Malpensa? Le oggettive e documentate devastazioni ambientali (che per il codice penale si chiamano “disastri ambientali”) a chi devono essere attribuite? L’attentato alla salute della gente e alla qualità della loro vita da chi può essere rivendicato? La costante e sistematica violazione della legge può essere equiparata alla complicità di chi, consapevole o informato, non denuncia tale fatto? 
Siccome i vari sindaci del CUV continueranno inesorabili a nascondersi come topi e a non rispondere ad alcuna di queste domande lasceremo a chi legge uno spunto di riflessione attraverso una frase che viene proprio dalla bocca di un sindaco: «La crescita di Malpensa è una grossa opportunità per il nostro territorio e da essa non si può prescindere» (Interpelleremo uno scultore in modo che tale frase possa essere scolpita sul granito Ad perpetuam rei memoriam)

Ex Sindaco di Somma Lombardo

Rendendoci conto che queste righe testimoniano una delle fasi più buie della nostra storia locale e che rischiano di sferzare l’animo anche dei moltissimi cittadini inermi e pertanto complici di cotanta barbarie, vorremmo chiudere con qualcosa di più ameno, oseremmo dire quasi comico. Ci riferiamo all’ex sindaco di Somma Lombardo Guido Colombo ed in particolare ad alcune sue dichiarazioni in cui sinteticamente afferma questo: «Quattro sparuti ambientalisti fanno tanto rumore ma il nostro territorio silenzioso vuole lo sviluppo di Malpensa». Francamente tale dichiarazione è talmente divertente che solo un menestrello di corte avrebbe potuto pronunciarla. Ebbene sì, l’ex sindaco Colombo evidentemente appartiene ad una classe politica (come quella attuale) che non solo si è distinta per aver portato la Lombardia ad essere la Regione più invivibile e insalubre d’Europa, una regione senza alcuna identità che si è letteralmente prostituita ai dettami di una brutale speculazione edilizia, ma è riuscita anche nel difficile intento di trasformare una società in cui la persona era al centro di tutto in una società “denaro-centrica” in cui primeggiano egoismo, arrivismo, individualismo e il totale disprezzo per il bene collettivo. 

Federico Oppi
(Comitato Difendere Somma)

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