Il Piano d’area di Malpensa? Tempi lunghi e dalla Regione nessun impegno preciso

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MALPENSA – I Comuni dell’aeroporto chiedono che la Regione si faccia carico del nuovo Piano d’area, cioè la programmazione territoriale attorno allo scalo della brughiera. Palazzo Lombardia non dice di no, ma pone subito un problema relativo alla tempistica: per avviarlo e completarlo ci vorranno almeno quattro anni. Un periodo che, alla luce del veloce sviluppo di Malpensa e del suo indotto, appare lunghissimo, comunque esteso al punto che, nel frattempo, insediamenti e infrastrutture nascano senza un progetto complessivo che le armonizzi e tenga conto delle esigenze ambientali e appunto urbanistiche dell’intera area, definita nel perimetro dei 9 Comuni del Cuv (Somma Lombardo, Ferno, Samarate, Lonate Pozzolo, Arsago Seprio, Golasecca, Vizzola Ticino, Casorate Sempione e Cardano al Campo).

Palazzo Lombardia non ha poterimalpensa piano areamalpensa piano area

Un Piano d’area era già stato approntato nel decennio scorso, ma è scaduto. Di più, molti degli interventi previsti, a cominciare dai collegamenti stradali, sono rimasti sulla carta. Mai come in questo momento di crescita esponenziale di Malpensa servirebbe un documento programmatorio che eviti fughe in avanti di qualche Comune. Come, ad esempio, sta accadendo, secondo il parere di alcuni addetti ai lavori, a Vizzola Ticino. Lì è prevista la realizzazione di un centro commerciale all’interno del Business Park, vecchio progetto ora riveduto, corretto e ampliato. Si tratta di un maxi insediamento destinato a infoltire ulteriormente la viabilità della zona, senza contare il cemento che “ruberà” spazi di verde al Parco del Ticino. “Ma noi non abbiamo strumenti legislativi e normativi per intervenire su queste questioni” fanno sapere dalla Regione “E’tutto nelle mani dei Comuni”. Regione, dove, tra l’altro, la partita di Malpensa viene gestita in tandem dagli assessori all’Urbanistica (Pietro Foroni, foto) e alle Infrastrutture (Claudia Maria Terzi, foto). Una scomposizione che inevitabilmente crea sovrapposizioni di competenze e, manco a dirlo, genera il rischio dello scaricabarile. Per dirla in un altro modo: a chi tocca gestire lo studio del Piano d’area? Chi ha l’onere di convocare i sindaci?

Intervenga il governatore Fontana

Dall’assessorato di Foroni fanno sapere che non ci sono pregiudiziali di alcun genere nell’aprire un tavolo di confronto. Ma nell’attesa di sentire in prima persona che cosa ne pensano i due esponenti della giunta regionale (né venerdì 4 né sabato 5 gennaio è stato possibile parlare con loro), non resta che girare la questione proprio al governatore Attilio Fontana. Il quale, essendo varesino, ha sottomano i problemi concreti che derivano da Malpensa. Problemi che, è vero, controbilanciano i benefici economici e occupazionali, ma che vanno moltiplicandosi in parallelo a quanto si muove attorno allo scalo. A cominciare dalla viabilità, oramai al collasso su alcune direttrici e bisognosa di urgenti aggiustamenti. Ciò nella prospettiva dell’estate, quando verrà chiuso Linate per lavori e il traffico trasferito a Malpensa. Ma ancora di più nella prospettiva di uno sviluppo aeroportuale destinato, nelle intenzioni, a portare in brughiera 30 milioni di passeggeri all’anno. E a pagarne il prezzo non può essere soltanto il territorio. Da Palazzo Lombardia i sindaci e i cittadini si attendono risposte. Le più precise e puntuali possibili. E al più presto.

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