Pane, focaccia e leggende: la benzina di una tappa di lago e di terra

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SUTRI – Ebbene no, ieri sera non siamo arrivati a Bolsena, ma ci siamo goduti una simpatica festa nella piazza di Acquapendente, con musica e… distanziamento sociale.

Un lago tante leggende

Dopo poche ore di sonno disturbato dal caldo, si parte verso Bolsena, che raggiungiamo alle 8. Tra le tante leggende di cui è ricco il lago, si parla della piccola città scomparsa tra le acque di cui è possibile sentire il suono delle campane, o dell’avvistamento di sirene, della colorazione rossa dell’acqua, delle scie che vi si formano e che rappresentano il percorso che riportò a terra Santa Cristina, patrona di Bolsena. Oppure i misteri della Regina dei Goti Amalasunta, fatta strangolare dal marito Teodato mentre nuotava intorno all’Isola Martana, il cui fantasma aleggia nelle notti di luna piena e le cui urla si possono udire nelle giornate di tramontana. E ancora, il mistero dell’Isola Bisentina, che sarebbe il passaggio italiano per il Regno di Agarthi, un mondo leggendario al centro del pianeta popolato da una civiltà evoluta, pacifica e moralmente retta (alieni, per l’appunto).

Sterrato e fatica fino a fine giornata

Sotto lo sguardo dell’ennesimo fantasma, quello della Rocca Monaldeschi della Cervara, lasciamo Bolsena costeggiando il lago in direzione Viterbo.

La giornata non prevede salite importanti, ma il continuo saliscendi spezza il ritmo della pedalata. Arrivati a Viterbo, a malincuore, dobbiamo constatare l’impossibilità di avere il “nostro” timbro in Duomo, presso il Palazzo dei Papi, un contrattempo non nuovo e purtroppo non così raro per i pellegrini della Francigena.

Superata anche Vetralla, eccoci a Sutri, uno dei “borghi più belli d’Italia”, come già scriveva Francesco Petrarca nel 1337. Tantissimi gli edifici di carattere religioso, ma a carpire la nostra attenzione è il magnifico Anfiteatro Romano in tufo, riscoperto solamente nella prima metà dell’Ottocento.

Ristorati dall’acquisto di pane e focaccia nell’ottimo panificio del paese, siamo pronti per ripartire. Gli ultimi 30 chilometri della tappa odierna si pedalano tutti su sterrato – e non è facile, credeteci – per arrivare all’oratorio di Campagnano, sfiorati dal temporale.

A domani, come sempre.

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