Un parcheggio a raso invece dell’autosilo per sbloccare l’area ex Milani a Busto

busto milani xx settembre

BUSTO ARSIZIO – Si sblocca dopo più di dieci anni l’area ex Milani di via XX Settembre, all’angolo con via Fratelli Bandiera, nel quartiere dei Frati. La rinuncia all’autosilo, richiesta dall’operatore privato, verrà ratificata nella seduta del consiglio comunale di lunedì 20 gennaio: invece dei due piani di posteggio interrato, per un totale di 120 stalli, verrà realizzata un’area di sosta a raso, ad uso pubblico, da 46 posti auto. Ma in commissione territorio, dove la delibera è stata illustrata martedì 14 gennaio, serpeggia qualche dubbio: basteranno gli spazi auto delle tre palazzine a soddisfare le esigenze dei condomini? O c’è il rischio che il nuovo parcheggio a raso a uso pubblico, si trasformi nel parking delle nuove residenze che sorgeranno sull’area ex Milani?

Stop al contenzioso

La vicenda del piano di recupero della ex Milani, intervento urbanistico portato avanti dalla società Eden Garden, si trascina ormai da anni a cavallo tra varie amministrazioni comunali. La prima convenzione risale addirittura al 1996, culminata con l’intervento  realizzato sul lotto che si affaccia su via Ponchielli, poi nel 2007 il Comune e l’operatore privato si accordarono per una nuova convenzione. Insieme alle due palazzine e alla ristrutturazione dell’edificio liberty con le porte murate sul lato di via Fratelli Bandiera, era previsto come standard qualitativo un parcheggio interrato ad uso pubblico da 120 posti auto, sotto la piazzetta che sarebbe sorta sul lato che si affaccia su via XX Settembre. La mancata realizzazione portò il Comune a valutare la possibilità di “escutere” la fidejussione da un milione di euro depositata da Eden Garden: palazzo Gilardoni però avrebbe dovuto utilizzare quei soldi per costruire l’autosilo. Così la trattativa è proseguita, fino ad arrivare all’accordo per la rinuncia al posteggio interrato.

L’accordo da ratificare

busto giorgio mariani lega assessore urbanisticaLa delibera che «finalmente chiude l’annosa questione», come sottolinea l’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani, consente a Eden Garden di «non realizzare il parcheggio interrato», in quanto «il Comune ritiene sia preferibile, per l’ambito d’intervento, disporre di parcheggi pubblici a raso» invece di posti auto a pagamento in autosilo. Spiega l’assessore leghista: «Non si ravvisa più l’esigenza di un parcheggio da 120 posti auto, ma i 46 posti a raso previsti sono sufficienti. Lo ha confermato anche la polizia locale studiando la situazione di quella zona». Così nella nuova convenzione verrà calcolato il costo del parcheggio a raso e la differenza rispetto a quello dell’autosilo, rivalutata rispetto al milione di euro della fidejussione, verrà incamerata dal Comune, per destinarla «alla realizzazione di nuove opere di analoga tipologia anche in altre zone del territorio comunale in cui è presente una maggiore esigenza di aree di sosta». Altri parcheggi, dunque. «Dove serve» precisa Giorgio Mariani.

Il dibattito in commissione

diego cornacchia busto arabiniNella riunione della commissione territorio di ieri, 14 gennaio, è stato sollevato qualche dubbio sulla delibera illustrata dalla dirigente dell’urbanistica Monica Brambilla. Ci si chiede in particolare se non si corra il rischio che i 46 posti auto, per ragioni di spazio il numero massimo che può essere ricavato all’interno del lotto, finiscano per essere stabilmente occupati dalle automobili degli inquilini delle tre palazzine che verranno edificate (e che saranno dotate del numero minimo di box previsto per legge), perdendo così di fatto la caratteristica di uso pubblico. Inoltre, se l’amministrazione ha deciso di portare all’attenzione dell’assemblea civica la rinuncia all’autosilo, in quanto la convenzione era stata varata in consiglio comunale, sul nuovo progetto di recupero dell’area, di competenza esclusiva della giunta, «il consiglio non potrà più metterci mano», come fatto notare dal consigliere del gruppo misto Diego Cornacchia, che potrebbe preparare un emendamento per correggere la delibera.

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