Migranti: vergogna Europa, vergogna Italia

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di Luigi Patrini

È in atto da tempo un “fenomeno” grave e vergognoso. Questa volta non mi riferisco alla deriva immoralista che sta sessualizzando la vita quotidiana: pubblicità, film, spettacoli televisivi, la stessa politica, tutto sembra travolto da un immoralismo dilagante, scaturito dalla tendenza a trasformare in diritto ogni capriccio che passi per la mente degli esseri umani.

Il punto d’arrivo di questa immoralità diffusa è costituito da quanto sta avvenendo in campo politico: certo in Italia non si è ancora al livello di alcuni Paesi europei che legalizzano, oltre l’aborto, le varie proposte lgbtq+ e tanti altri nuovi “desiderata”: nei Paesi Bassi (mai aggettivo qualificativo fu tanto appropriato!) si è ormai legalizzata l’esistenza di un Partito dei Pedofili, in Scandinavia un partito ha fatto la proposta di legalizzare la necrofilia, ma anche negli altri Paesi è in atto un processo che porterà alla legalizzazione non solo della pedofilia, ma anche dell’incesto, della poligamia e della zoofilia. E non parliamo delle pratiche bioetiche relative all’utero in affitto (l’ultima spiaggia della “libertà” della donna, visto che troppe femministe ne tacciono!).

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Luigi Patrini

Forse sono le tracce più evidenti della fine della democrazia, voluta e accelerata dai “Poteri Forti” dell’economia, i cui leader hanno bisogno di molti soldi, certo non solo per concedersi il “capriccio” (per adesso non saprei definirlo in altro modo) di fare un viaggio nello spazio per giocare all’astronauta e ….vedere l’effetto che fa! Mary Ann Glendon, docente di diritto ad Harvard, ha colto un aspetto molto importante del dibattito in corso in questi anni su quelli che vengono definiti “diritti insaziabili”: “Il sogno dei diritti universali dell’uomo (libertà di pensiero. di religione, ecc….) rischia di dissolversi in frammenti di diritti di autonomia personale”; queste le sue parole profetiche, che precedono una previsione assai preoccupante: “Non sembra fantasioso immaginare che nuove libertà sessuali potrebbero un giorno diventare premi di consolazione per la perdita di reali libertà politiche e civili (quella di pensare, per esempio, e di educare liberamente i propri figli) e per la negazione della giustizia economica e sociale”.

Chi vivrà vedrà! Come dicevo, non è di queste vergogne che volevo parlare, ma di quella che accomuna ormai tutti o quasi i Paesi Europei (escluso lo Stato della Città del Vaticano!): la vergogna di sostenere generosamente le malefatte che accadono sulle coste della Libia e di cui ogni giorno i quotidiani danno notizie. Ci voleva il film girato da un velivolo e mostrato in tv per vedere una motonave libica (generosamente donata dall’Italia) mentre tenta di speronare un piccolo barchino carico di fuggiaschi e profughi in cerca di una possibilità di vita decente. La stampa (non tutta per la verità) ci parla quotidianamente di naufragi e delle violenze (torture, stupri e altre amenità del genere) compiute in quelle che eufemisticamente vengono chiamati “centri di accoglienza” (!!) libici.

Finalmente, davanti al silenzio e alle ipocrisie della politica, la società civile si muove e, mentre il Parlamento si appresta ad approvare l’aumento dei fondi destinati ai guardacoste di Tripoli, emerge una documentazione che conferma come la registrazione dell’area in cui la marina libica fa ricerche e “soccorso” sia stata definita allo scopo di offrire una legittimità legale per sottrarsi all’obbligo di aiuto, chiudendo gli occhi sulle violazioni dei diritti umani.

Filmati protetti da chiavi cifrate e documenti chiusi negli archivi riservati sarebbero in grado di svelare questa autentica “vergogna”. È così che l’Europa tiene nascoste le prove delle violazioni dei diritti umani commesse dai libici. Alla vigilia del voto in Parlamento la società civile finalmente si muove: una trentina di associazioni laiche e cattoliche (tra cui ACLI, Centro Astalli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes, Cnca) prendono iniziativa per una manifestazione il 14 e il 15 luglio allo scopo di far partire una campagna di sensibilizzazione per far prendere coscienza all’opinione pubblica di ciò che succede nei centri di detenzione libici e nelle acque del Mediterraneo. Una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Draghi è stata inviata denunciando l’ipocrita comportamento degli Stati Europei. In essa si dichiara, tra l’altro: “Non è accettabile che si parli di ‘salvataggi dei naufraghi’, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo. L’unica alternativa possibile alle morti in mare non può essere finanziare missioni il cui fine è quello di ricondurre i naufraghi in luoghi dove vengono detenuti e le loro vite sono messe a rischio”.

Domenica 11 luglio, in occasione della festa di San Benedetto, Patrono d’Europa, la CEI invita a recitare durante la celebrazione della Santa Messa una particolare intenzione per tutti i migranti. Sarà un modo “per fare memoria ed esortare ogni cristiano a essere messaggero di pace e maestro di civiltà”.

Questa situazione è certo una grande, grandissima vergogna per l’intera civiltà del nostro tempo e, non possiamo nascondercelo, la prova più drammatica del fallimento della politica internazionale, sempre più incapace ed inefficiente davanti a questo terribile dramma che si consuma tra il Nord e il Sud del nostro mondo.

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