PIACENZA – Più mattinieri del solito, imbocchiamo la Via Emilia con l’intento di percorrerla tutta fino a Piacenza, cioè di coprire i 220 chilometri che la matematica richiede per lasciarne altrettanti da pedalare nell’ultima giornata.
Tante pedalate, poche pause
La mattina è subito caldissima ma, con il passare delle ore, il cielo parzialmente coperto ci dà una mano per proseguire con meno affanno. Il programma è quello di pedalare con micro-pause e micro-pasti con una media di 20 km/ora.
E niente distrazioni
L’impegno è grande, la concentrazione è fondamentale, il cervello e i muscoli devono lavorare insieme, non possono subentrare distrazioni o interferenze. La costanza e la regolarità della pedalata non devono subire interruzioni.
Un ritorno diverso
Ci rendiamo conto di quanto sia diverso il ritorno dall’andata, non tanto dal punto di vista geografico o panoramico, quanto da quello personale ed emotivo. Dalle prove di forza delle salite, siamo passati alle prove di resistenza e regolarità, e questo provoca anche sensazioni interiori completamente diverse, ma ugualmente gratificanti e profonde.
Piacenza nel mirino
Tutti gli strumenti di cui disponiamo e tutte le nostre risorse ci permettono di superare Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Fidenza, dove ritroviamo la Via Francigena che avevamo percorso all’andata.
Piacenza è nel mirino: obbiettivo raggiunto.
Ancora una volta, a domani.