Le parole che non si dicono: Islam e Covid cinese

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di Ivanoe Pellerin

Cari amici vicini e lontani, le parole hanno un grande valore. Possono essere un cuscino morbido sul quale appoggiare i propri pensieri, un tavolo di legno robusto sul quale disporre in ordine i propri ragionamenti oppure essere sassi puntuti con i quali aggredire i propri avversari. E oggi ne corrono tante e tante ne sprechiamo in varie direzioni, buone e meno buone. Vaniloqui giusto per sentire il suono della propria voce, sproloqui con un inizio incerto ed un finale inutile e ampi discorsi in libertà il cui significato appare imperscrutabile. A volte ci si chiede perché il buon Dio ha donato ad alcuni l’ipoglosso, il nervo motore della lingua.

È vero, in questo periodo ci sono troppe parole ma, in qualche caso e straordinariamente, poche, pochissime, a volte nessuna, solo un grande, tragico silenzio. È come se alcune di esse fossero improvvisamente scomparse dal lessico comune. Faccio qualche esempio.

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Ivanoe Pellerin

Noi tutti abbiamo negli occhi le tragiche immagini girate intorno alla basilica di Notre Dame a Nizza. Una feroce e spietata aggressione ai cristiani che, inermi, non si aspettavano certo una mattina d’orrore. Tre morti, dei quali due decapitati. Un’aggressione che segue a pochi giorni di distanza quella al professor Samuel Paty a Conflans-Sainte- Honorine, anch’egli decollato. La decapitazione è anche una terribile azione simbolica. Forse è inutile in terra francese ricordare le atrocità del secolo XVIII quando il medico e politico Joseph Ignace Guillotin inventò quell’odioso strumento di morte. Il metodo era noto fin dall’antichità, quando allora aveva anche una dimensione “sacra”. Credo che molti ricordino uno dei più bei dipinti di Caravaggio, “Giuditta e Oloferne”, in ricordo dell’episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta. Qui l’atto aveva l’aura del riscatto, poiché la giovane voleva salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera.

A Nizza non vi è stato nulla di “sacro”, al contrario solo una violenza inaudita, un fiume di sangue, un drammatico vuoto di pensiero, un tragico radicalismo islamico. I grandi hanno tutti o quasi condannato la mattanza. Ma in qualche caso è mancata proprio la parola d’origine, quell’“islamico” che è improvvisamente sparito nelle parole di molti. Mattarella, il nostro amato Presidente, ha parlato di “fanatismo di qualsivoglia origine”, Conte delle “certezze più forti di fanatismo, odio e terrore”, Di Maio di “lotta al terrorismo e contro ogni radicalismo violento”. Persino Papa Francesco ha condannato nel modo più forte “atti di violenza terroristica”. Certo, tutto bene, tutto giusto, ma forse si poteva dire qualcosa di più circa l’origine del fatto, del gesto, dello scempio. La descrizione, la nitidezza, la precisione aiuta a comprendere l’atto famigerato, la sua intrinseca follia.

Cari amici vicini e lontani, non crediate che sia l’unico caso di sparizione di parole. Per restare nell’attualità un’altra parola è sparita dal lessico abituale. Tutti, ma proprio tutti parlano del terribile Covid-19, a volte con giusta competenza ed esperienza, a volte no, come già prima accennavo. Orbene il virus ormai è citato in molti modi             ma quasi mai è chiamato “cinese”. Rimane solo quell’indemoniato di Trump ma solo a fini elettorali, immagino. La feroce pandemia sta devastando il mondo intero, sta erodendo il benessere dell’intera Europa, sta mortificando le deboli difese del nostro sistema sanitario ma della sua origine nessuno si occupa più. Non sono un complottista, non credo assolutamente ad una sordida ragion di stato, ma certo questa realtà non può essere scordata.

Tanto per sottolineare, le previsioni economiche della Commissione Europa prevedevano a maggio che l’economia dell’UE si sarebbe contratta sino al -7,5% e dell’Italia sino al -9,5%. Oggi la pandemia rimane l’elemento di criticità assoluta ad ogni livello, destinato a bruciare 28 mila miliardi di dollari nel corso del prossimo lustro. Le stime attuali per l’Italia vedono una contrazione fino al 10,6%. Vi pare poco? Il virus non è un complotto dei potenti, una congiura delle multinazionali ma conosciamo la sua origine, oltre a un nome ha anche un cognome. Il Pil cinese aumenterà nel 2020 di circa il 5%. Vi pare poco?

Cari amici vicini e lontani, torniamo per un momento alle parole scomparse. Non credo si tratti di pigrizia o di disattenzione, forse parliamo d’altro: prudenza politica, incertezza strategica, paura sociale? A voi, secondo le vostre inclinazioni culturali e l’orientamento del pensiero, il compito di trovare una risposta convincente. Fatemene parte. Ve ne sarò grato.

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