Perusin, assessore manager della giunta Galimberti: «Abbiamo cambiato Varese»

VARESE – La storia vuole che quando Davide Galimberti è diventato sindaco, Ivana Perusin non sapeva che nel suo immediato futuro ci sarebbe stata meno Whirlpool e più Palazzo Estense. Anche perché l’assessore al quale sono state affidate le deleghe di Sviluppo e Attività produttive entra in giunta senza tessere di partito e con competenze manageriali da mettere in gioco nella pubblica amministrazione e per la città. In una parola Perusin è, ha mantenuto e rivendica, «la propria anima civica».

Anzi, quando il discorso scivola sul piano politico, sugli scenari e sui mal di pancia di qualche membro (civico) della  maggioranza, senza dribblare l’argomento stoppa la questione mettendoci la faccia: «Parlo per me e del fatto che non ho alcun dubbio da quale parte stare. I principi, valori e obiettivi che ho condiviso all’inizio non sono certo venuti meno in questi anni di mandato».

Perusin, partiamo dalla emergenza sanitaria ed economica. La preoccupazione, A Varese, sembra crescere. Qual è il polso della situazione tra chi ha un’attività che più della altre rischia di pagare fin da subito il prezzo di restrizioni e chiusure? 
«Stiamo tutti seguendo l’evoluzione dei contagi. L’assessorato non si è mai fermato e i tavoli che coinvolgono i diversi settori, predisposti nei mesi della prima ondata del Covid, stanno continuando a riunirsi e a confrontarsi. Credo che prima di tornare alla normalità ci vorrà ancora del tempo. Per questo sarà importante mettere da parte le proprie convinzione ideologiche e puntare a raggiungere l’obiettivo».

La crescita dei contagi rischia di riportare tutti indietro di qualche mese. E di vanificare quanto fatto dall’amministrazione rispetto ai bisogni di commercio e imprese. Con un aggravante: sempre meno soldi a disposizione. Come farete? 
«Intanto ciò che è stato fatto non si cancella. Siamo stati tra i primi in Italia a lanciare il recupero degli spazi commerciali all’aperto. Sedie e tavolini per bar e ristoranti, ma anche per altre tipologie di commercio. Abbia rivisto la Tari e applicato una riduzione che sarà strutturale. Insomma un aiuto non solo contingente ma di prospettiva».

Però sembra che non se ne esca. Anche il tessuto commerciale a Varese oltre che cambiare, dicono, stia morendo. E’ così?
«Ci sono settori che stanno affrontando un momento di grande cambiamento da qualche anno. La retail apocalypse che interessa pubblici esercizi e commercio non è iniziata con il Covid. Il virus inciderà parecchio. Però è anche vero che a Varese città nel fino al 2019 erano attivi più di 2000 negozi di vicinato, contro i 1817 del 2017. In due anni si è registrata una crescita significativa di circa 200 attività. Certo è un momento di grande cambiamento che va affrontato. Possibilmente tutti insieme».

E non tutti, ci riferiamo ai gruppi di opposizione a Palazzo Estense, concordano sul fatto che voi stiate affrontando queste difficoltà di settore in modo adeguato. Lei cosa risponde?
«Credo che sia sotto gli occhi di tutti che questa amministrazione ha cambiato visione sulla città. Innanzitutto l’ha aperta, dopo che per anni è stata piuttosto ripiegata su stessa. Penso agli interventi sull’accessibilità: da via Gasparotto a Largo Flaiano passando per le stazioni. Entrare a Varese, anche per chi proviene dall’autostrada, sarà più semplice. I parcheggi. Quello di via Sempione e a breve quello del Del Ponte. Sono aspetti che aiutano l’attrattività, il primo anello di una catena di trasmissione e che porterà ricadute positive in tutti i settori. Compreso quello economico».

Mercato in piazza Repubblica. C’è chi dice una scelta sbagliata, chi azzardata. Per voi è una mossa azzeccata, seppur con non pochi problemi da risolvere. Viabilità e soprattutto spazi. Come farete?
«Davanti ai problemi non ci si ferma, si trovano soluzioni. E la prima che abbiamo messo in campo è stata la riqualificazione di piazza Repubblica. Anche sulle concessioni agli ambulanti abbiamo lavorato e trovato un’alternativa che abbiamo già portato e votato in consiglio: le giornate di mercato saranno portate a 5 con esclusione quindi del mercoledì e della domenica».

Perusin, quando hanno eletto Galimberti lei stava in Whirlpool con un incarico manageriale. Insomma la politica non era esattamente tra i suoi progetti. Ora invece? A breve si torna a votare. Si ricandiderà? 
«La mia formazione manageriale è rimasta. Nel senso che al momento il problema non è cosa farò io, ma ciò che c’è ancora da fare da qui a fine mandato. Questo per dirle che l’argomento “prossimo mandato” non è ancora stato affrontato. Il mio obiettivo non è “consolidare il posto di Ivana Perusin”, ma lavorare affinché anche nella prossima amministrazione il tema della “Varese del futuro” sia ancora uno dei pilastri di Palazzo Estense».

Va bene, ha imparato in fretta l’arte del dribbling politico. Detto questo però sa certamente che il civismo avrà un ruolo importante nella prossima disputa elettorale. Forse per questo c’è un gran fermento. Non pensa? 
«Non solo lo penso, ma ne sono anche convinta. Io lavoro in un’amministrazione che ha sempre ritenuto il civismo un elemento importante nella gestione della cosa pubblica. Civico e politica però si completano. Questa è la mia convinzione. E non mi permetto di dare giudizi su altri. E’ però innegabile che ci sia un gran movimento».

Anche qualche civico, nella stessa maggioranza alla quale appartiene, continua a nutrire e manifestare dubbi. Perché?
«Non saprei. Io non ho alcun dubbio sulla linea di questa amministrazione che, fin dall’inizio, ha parlato, voluto e portato avanti un cambiamento per Varese. Mettendo da parte i colori politici e dei partiti. Personalmente guardo al metodo e a ciò che chiedono i cittadini a chi amministra indipendentemente dal coloro politico: concretezza e pragmatismo. Concetti che l’amministrazione Galimberti sta dimostrando di avere e mettere in pratica. Insomma da civica sono bene da che parte stare».

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