Piscina di Cerro Maggiore, il conflitto tra Comune e NAM finisce in tribunale

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CERRO MAGGIORE – È scontro aperto tra il Comune di Cerro Maggiore e la società Nuoto Altomilanese che gestisce la piscina di via Boccaccio. Nei primi giorni del mese, NAM ha notificato al Comune un atto di citazione al Tribunale Ordinario di Milano, spingendosi fino a reclamare la proprietà della piscina attraverso una società privata diversa, ma ad essa collegata. Una presa di posizione che l’Amministrazione è fermamente decisa a respingere. «Stiamo approfondendo con i legali del Comune – fanno sapere dal municipio – tutti gli strumenti utilizzabili a tutela dei cittadini e degli utenti della piscina, per evitare che errori e superficialità commesse nel passato si trasformino, oggi, in un danno per la collettività di Cerro Maggiore».

Palazzo Dell’Acqua: «Abbiamo pure pagato i loro debiti…»

Il Comune rinfaccia a NAM di aver ricevuto dalla precedente Amministrazione «aiuti e supporto che probabilmente non avrebbe meritato e forse non le erano neppure dovuti. Basti considerare – proseguono da Palazzo Dell’Acqua – che, al fine ovvio e imprescindibile di garantire a tutti i cittadini e all’utenza la possibilità di utilizzare la piscina, il Comune si è fatto carico di pagare il mutuo contratto da NAM verso l’Istituto del Credito Sportivo. NAM, infatti, si è sempre ben guardata dal provvedere direttamente». Un mutuo finito per costare alle casse pubbliche ben 1,7 milioni di euro.

«Futuro incerto, possibile anche la chiusura»

A questo punto, è possibile che da un momento all’altro la piscina venga chiusa. «Come Amministrazione ci sentiamo in dovere di ribadire fermamente le decisioni assunte nei mesi scorsi e siamo decisi a far valere le ragioni del nostro Comune e della nostra comunità in ogni sede. Tutto ciò volendo garantire la necessaria e continua accessibilità alla piscina, che è e rimane un servizio pubblico. Sarebbe interessante che NAM, e il gruppo di cui fa parte, spiegasse ai cittadini perché un bene destinato a essere utilizzato dalla collettività e realizzato con denaro della collettività, venga reclamato, con tanta forza da spingere l’avvio di un giudizio, da un soggetto privato. Ci rincresce dover constatare che nulla di tutto ciò sarebbe mai accaduto se solo NAM avesse fatto fronte ai propri doveri e agli impegni assunti con il Comune nel 2009 e nel 2014». Al momento il Comune non può dare certezze sui tempi della vicenda, né sui risvolti economici per i fruitori, come gli abbonamenti già pagati.

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