Più hotel, B&B e affitti brevi: il cantiere di “Busto Lab” per una città più ricettiva

BUSTO ARSIZIO – Soltanto tre alberghi e 42 Bed&Breakfast in città, ma quando ci sono eventi di richiamo l’offerta ricettiva è insufficiente rispetto alle esigenze. «Vogliamo provare a far incontrare domanda e offerta e incentivare lo sviluppo del territorio e della nostra città» rivela la vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Manuela Maffioli, che lancia il convegno “Busto Lab: strategie di ospitalità”, in programma giovedì 16 marzo allee 17.30 ai Molini Marzoli.

Il “cantiere” di Busto Lab

«Un laboratorio, un cantiere» lo definisce la vicesindaco Maffioli. «Un percorso elaborato a partire dalla percezione, e dalla dimostrazione empirica, del fatto che in città l’offerta ricettiva è inferiore rispetto alla domanda», in particolare in occasione di eventi di particolare spessore, con la conseguenza che «l’indotto che Busto genera va a riversarsi sul territorio circostante». Un problema che l’amministrazione ha focalizzato da tempo. In questo percorso «un elemento determinante» sono i dati raccolti da Confcommercio con la piattaforma Vodafone Analytics ed elaborati dall’università Liuc, «che registrano una maggiore presenza di arrivi, con permanenze di almeno una notte, in città».

I target

Ed è proprio sulla base di queste evidenze che si svilupperà il convegno del 16 marzo, che sarà «una giornata di informazione e sensibilizzazione, non solo per addetti ai lavori», come sottolinea Maffioli. Si rivolgerà infatti «alle famiglie, che hanno la possibilità con gli affitti brevi di mettere a profitto una stanza in più o una dependance. Agli imprenditori, che stessero valutando di investire in città in questo settore. Ai proprietari immobiliari che possano dedicare spazi a questo settore».

La squadra del territorio

In campo, a fianco dell’amministrazione, c’è la «squadra» del mondo produttivo del territorio – Confcommercio in primis, ma anche Confartigianato, Confindustria, Camera di Commercio e università Liuc, oltre alle associazioni di settore, come Federalberghi e BBVarese. «Busto si trova nella posizione strategica migliore della provincia e dell’Altomilanese, ma forse non è ancora abbastanza considerata – fa notare il presidente di Confcommercio Ascom Rudy Collini – la vocazione turistica della nostra provincia è cresciuta, in prospettiva ci sono le Olimpiadi e Malpensa è tornata a correre, ma oggi Busto non ha una struttura ricettiva adeguata rispetto a questa aspettativa».

Lo scenario bustocco

Del resto la storia recente racconta di alberghi in pieno centro che hanno chiuso da pochi anni (l’hotel Astoria di viale Duca d’Aosta), ambiziosi progetti alberghieri che non sono mai arrivati a compimento, come l’hotel di via Magenta costruito dall’imprenditore bergamasco Begnini o l’albergo, che non si è mai concretizzato, che sarebbe dovuto sorgere a Sant’Anna vicino allo svincolo della superstrada. Ad oggi l’offerta alberghiera si limita all’hotel Pineta sul Sempione (4 stelle), all’hotel Espana a Borsano (3 stelle) e all’albergo Mazzini di piazza Manzoni (2 stelle), a cui si aggiungono 42 strutture extra-alberghiere registrate. «Poco rispetto a Varese, e mi è sempre sembrato strano» rivela Alfredo Dal Ferro, presidente di BBVarese.

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