Platani ko a Orago, monta la protesta: «Scempio ambientale inaccettabile»

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JERAGO CON ORAGO – Per realizzare il collegamento ciclopedonale tra il ponte di via Milano e la stazione ferroviaria l’amministrazione comunale di Jerago con Orago ha abbattuto, ieri 28 maggio, un iconico viale: un filare di 33 platani alberato che per molto tempo ha rappresentato un valore ambientale, storico e paesaggistico per la comunità. E monta la protesta.

«Oggi l’amministrazione comunale ha iniziato l’esecuzione sommaria di uno degli ultimi viali alberati del nostro comune, con 33 platani quasi secolari – riporta una nota congiunta firmata da Maltide Ceron, Tiziana Battisti, Valentina Minazzi e Massimo Barone – Un intervento che impone un prezzo ambientale inaccettabile e che pone illogicamente in contrapposizione la sicurezza e la tutela del nostro patrimonio ambientale».

Una presa di posizione forte

Una presa di posizione forte quella delle minoranze (composta da Jerago Orago di Tutti e da circolo PD), dell’associazione Legambiente e del Comitato 33 Platani. Posizione costruita sulla certezza di non aver mai messo in discussione la necessità di garantire la sicurezza dei pedoni ma che ritiene «assurdo vedere gli imprescindibili bisogni di sicurezza e tutela ambientale come alternativi», scrivono, sottolineando le continue richieste avanzate per avere un confronto su modalità alternative, che fossero meno invasive, più ecologiche ed economiche, e che potessero quindi prendere in considerazione tutti gli aspetti della situazione, senza ottenere risultati.

«Anzi – commentano – alla celerità dimostrata nell’abbattere le piante non è corrisposta la stessa solerzia nel considerare le istanze a tutela degli alberi, espresse dalle minoranze e dal Comitato 33 platani, con una richiesta di accesso agli atti di inizio febbraio ancora senza risposta».

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L’importanza della sostenibilità ambientale

Nella ripartenza dopo l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi è stata riconosciuta l’importanza di mettere al centro la sostenibilità ambientale. Tra le priorità è stata riconosciuta anche la mobilità sostenibile, incentivando così la costruzione di piste ciclabili: «E’ davvero il colmo che invece di considerare alternative e nuove possibilità la priorità dell’amministrazione proprio nella realizzazione di una pista ciclabile sia stata quella di danneggiare irreparabilmente l’ambiente», aggiungendo che «stanno spendendo quasi 20mila euro per distruggere un viale alberato, di cui il Comitato aveva richiesto anche il riconoscimento come monumentale».

Non è fanatismo, è una questione scientifica. Perché tanta fretta?

Fra le domande sulla questione, molte si riferiscono all’urgenza di questo intervento, ritenuto prioritario nel mezzo dell’emergenza sanitaria: «Un lavoro partito oggi in contemporanea con la pubblicazione della determina datata 27, con uno schieramento di forze imponente pare per finire i lavori in poche ore», e aggiungono: «In un momento in cui la mobilità è ridotta e la strada è chiusa al traffico automobilistico difficile pensare alla sicurezza dei pedoni».

«Non è una questione di fanatismo ambientalista ma è una responsabilità necessaria e conclamata da evidenze scientifiche ormai ampiamente riconosciute – conclude la nota congiunta – Per questo non c’è un solo ma almeno dieci buoni motivi per tutelare alberi con questi caratteristiche: producono ossigeno, puliscono l’aria, puliscono l’acqua, sono alleati del clima, sono alleati del suolo, aumentano la biodiversità, proteggono dai rumori; sostengono l’economia, contribuiscono al benessere psico-fisico dell’uomo e sono la nostra memoria storica».

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