SAMARATE – La cultura non è un fatto elitario, tutt’altro. È quanto di più inclusivo possa esserci: ne sono convinti, a Samarate, gli Amici della Biblioteca, che vogliono portare i libri fuori da mura e scaffali per invadere ogni luogo della città. E con ogni luogo si intendono anche le case popolari, che saranno location per il prossimo Tè letterario organizzato dall’associazione.
Una sfida da vincere
«Un’iniziativa coraggiosa – così ha definito l’iniziativa l’assessore ai Servizi Sociali Nicoletta Alampi – e una sfida da vincere. Non mi piace pensare che in certi contesti non ci sia spazio per la cultura, e quelle di San Macario non voglio nemmeno chiamarle case popolari». Ci sono dunque anche i salotti letterari tra gli appuntamenti organizzati grazie al progetto di Revolutionary Road, alle case Erp di via Gelada a San Macario: si parte il prossimo venerdì 10 gennaio, con tè, libri e biscotti: «Un modo per dare valore anche a certi contesti dove spesso si sente l’assenza delle istituzioni. Penso, anche insieme all’assessore Laura Moi che mi affianca in questo, che non deve essere il cittadino ad andare in Comune, ma il contrario».
Libri e territorio
Iniziative di questo tipo non sono però una novità per gli Amici della Biblioteca, che appunto vogliono «sì valorizzare i libri ma anche il territorio – spiega il presidente dell’associazione Alfonso Pellizzaro – portando noi la cultura dove i lettori non arrivano». Il Tè dell’Amicizia nelle case popolari arriva infatti dopo gli appuntamenti con cadenza mensile a Cascina Costa «dove abbiamo cominciato nel 2017» e continuerà con Verghera, nella Sala delle Benemerenze «dove andremo a febbraio insieme alla cooperativa La Nazionale. Stiamo cercando inoltre un privato che ci ospiti a Cascina Tangitt». Una cultura «invasiva e inclusiva», non necessariamente alta, e che arrivi a chiunque: «non a caso – conclude Pellizzaro – i nostri maggiori fruitori sono anziani e persone con disabilità, grazie ai progetti con la Fondazione Zaccheo e il Centro anziani dottor Ollearo». Per una cultura che sia patrimonio di tutti. Almeno a Samarate.
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