Arabini: «Busto non ha un dormitorio pubblico. Realizzarlo è l’obiettivo»

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BUSTO ARSIZIO – Realizzare un dormitorio. E’ questo uno degli obiettivi dell’assessorato all’Inclusione sociale. Ma anche degli argomenti che verranno affrontati durante l’incontro del Tavolo delle povertà estreme, convocato in via Roma a Busto Arsizio per giovedì 10 gennaio alle ore 17.

Progettare il futuro

«Sono due gli obiettivi dell’incontro di giovedì – spiega l’assessore alla partita Miriam Arabini – il primo è quello di fare una ricognizione su quanto fatto nell’anno appena concluso, al fine di avere il punto della situazione. Il secondo scopo è iniziare a ragionare sui possibili progetti futuri, visto che al tavolo ho invitato a partecipare tutte le realtà cittadine che operano a stretto contatto con la povertà estrema. Questo perché Regione Lombardia ha destinato 28 mila euro per la realizzazione di un progetto».

Molte le associazioni che parteciperanno e tra queste l’assessore Arabini ha voluto anche gli Alpini di Busto, i quali sono molto impegnati su questo fronte.  «Come ho già avuto modo di dire più volte l’assessorato all’Inclusione fa della rete un plus fondamentale per mettere in campo risposte significative ed efficaci. E anche il progetto che andremo a individuare potrebbe coinvolgere più realtà. Proprio come avviene già in molti casi. Mi riferisco ad esempio alla consegna del cibo, un servizio che vede attive differenti associazioni».

Dal rifugio al dormitorio

Bisognerà quindi attendere la riunione di giovedì per avere qualche indicazione in più sul progetto che verrà finanziato con i 28 mila euro destinati dalla Regione. Miriam Arabini però metterà sul tavolo anche la volontà di realizzare in città un vero e proprio dormitorio. «In questo momento a Busto esistono due rifugi. Uno per uomini con 12 posti letto e uno per donne con 4. Sono vicini, ma distinti e si trovano alla stazione dello Stato. Ma anche sulla base del quadro della situazione è evidente che non bastano. Ho già chiesto alla società di servizi di Ferrovie dello Stato di poter avere a disposizione un’altra porzione attigua ai dormitori per creare uno spazio dove distribuire pasti e permettere ai senza tetto di mangiare in luogo più dignitoso del piazzale, dove al momento avviene. Insomma un altro passo in avanti per la creazione di un dormitorio, che rispetto al rifugio, ha un regolamento di funzionamento e accoglienza più restrittivo, ma anche la necessità di avere maggiori spazi rispetto a quelli attuali. Ecco, quello del dormitorio sarebbe davvero un progetto di inclusione, poiché ci permetterebbe di lavorare anche a un eventuale reinserimento dei soggetti nella vita comunitaria».

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